ROMA James Hogan non ha dubbi. Il verdetto della Ue sulle nozze Alitalia-Etihad sarà positivo. «Siamo fiduciosi - ha detto l’ad della compagnia araba - che ci sarà il via libera all'operazione». Perché, ha spiegato Francesco Caio, l’amministratore delegato di Poste (che possiede un quota di Alitali), le regole sono state rispettate e non c’è stato quindi nessuno aiuto di Stato. A fine novembre, salvo slittamenti, Bruxelles potrebbe dare il via libera. Insieme a Roberto Colaninno, anche lui fiducioso sul buon esito della trattativa e orgoglioso di aver portato a termine il matrimonio, Hogan ha presentato i primi aerei con livrea ufficiale di Expo delle due compagnie. «La nostra partnership - ha assicurato Colaninno e Hogan - è un bene per Milano, per il nord Italia e per l'Italia, perché un'economia forte ha bisogno di una compagnia nazionale forte». Quanto alla livrea Expo sugli A330 di Alitalia e Etihad che sono atterrati rispettivamente a Malpensa e ad Abu Dabi, si tratta, per l’ad pro tempore Gabriele Del Torchio, di un primo assaggio, perché «tutti i velivoli della flotta porteranno il marchio in giro per il mondo». Durante l'Expo, le due società collegheranno Milano a 560 destinazioni dirette e in code-share in tutto il mondo. Ma non ci sono solo i passeggeri perché, ha affermato Hogan, «vogliamo sviluppare Malpensa come hub cargo globale».
NUOVO STILE
In vista del lancio ufficiale della nuova alleanza - probabilmente a metà gennaio - certamente subito dopo l’ok europeo - si sta lavorando alla nuova immagine di Alitalia che, come prevede il piano Etihad, deve diventare una compagnia a 5 stelle. Per il rilancio del marchio - ha annunciato sempre Hogan - ci serviremo di stilisti italiani che ridisegneranno le divise dello hostess. Non solo. I marchi del made in Italy caratterizzeranno fortemente il brand del vettore. Nessuna novità invece sul fronte della presidenza. Luca Cordero di Montezemolo «è una persona meravigliosa», tuttavia «è presto per parlare di presidenza», ha tagliato corto il numero uno di Etihad. La sensazione è che alla fine, nonostante qualche dubbio dell’interessato, il cerchio si chiuderà.