L’AQUILA Doveva essere un aeroporto negli intenti iniziali. Uno scalo all’avanguiardia, avamposto di Fiumicino e Ciampino, collegamento tra l’Abruzzo e l’Italia, e poi l’Europa. Financo il mondo. Che fine meritasse lo si è capito dal volo inaugurale, dirottato su Roma per problemi meteo. I problemi si sono susseguiti, accavallati. Sulla riconversione dell’aeroporto di Preturo, all’Aquila, ci sono state ipotesi delle più strane, compreso il centro commerciale. Ma mentre si pensava c’era chi lo aveva già trasformato in discarica abusiva. Così ieri Corpo Forestale dello Stato, Guardia di Finanza e Polizia hann0o eseguito decreti di sequestro preventivo emessi dal gip dell’Aquila, Guendalina Buccella, nonché un decreto di sequestro probatorio. I sigili hanno interessato una parte dell’area interna all’Aeroporto dei Parchi di proprietà del Comune dell’Aquila e gestita dalla società Xpress; sei autocarri di proprietà delle ditte Delta Impianti dell’Aquila e Lunari di Rieti; beni nella disponibilità della Xpress confiscabili per equivalente fino alla concorrenza di 36.000 euro.
Nel registro degli indagati da parte del pubblico ministero Fabio Picuti: Giuseppe Musarella, amministratore delegato della società Xpress che gestisce l’aeroporto dei Parchi; Ignazio Chiaramonte, direttore commerciale della Xpress; l’ingegnere Mario Corridore, dirigente del Comune dell’Aquila referente per l’Ufficio Sviluppo della struttura aeroportuale, e tre imprenditori titolari di ditte di trasporto, Rachele e Antonio Lunari, della Lunari s.r.l. di Rieti e Piero Negrini, della Delta Impianti s.a.s. dell’Aquila. Tutti sono indagati in concorso per i reati di traffico illecito di rifiuti speciali e di discarica abusiva.
I provvedimenti eseguiti tutti dall’alba di ieri. arrivano alla conclusione di una indagine, durata diversi mesi, mirata alle verifica delle procedure di smaltimento di rifiuti, in particolare terra da scavo e macerie edili, provenienti da edifici privati siti all’Aquila, distrutti dal terremoto. In particolare, attraverso dei mezzi pesanti appartenenti alle ditte indagate sono stati illecitamente trasportati, scaricati e smaltiti, senza le prescritte autorizzazioni, ingenti quantitativi di macerie (mattonelle, mattoni, marmi. plastiche, tubi, calcestruzzo, ferro e asfalto), poi uniti a della terra di risulta, all’interno di una zona interna all’aeroporto di Preturo, a nord della pista d’atterraggio, divenuta una discarica abusiva di 20.000 mq di estensione. Il sequestro preventivo è inoltre finalizzato alla confisca per equivalente dei beni nella disponibilità della Xpress, che avrebbe ottenuto un ingiusto profitto corrispondente al risparmio delle spese da sostenere per lo smaltimento lecito, non effettuato, dei rifiuti, e calcolato in 73.000 euro; l’obiettivo era quello di realizzare, a costo zero, la nuova area di sicurezza di fine pista, avente la finalità di riduzione del rischio per gli aeromobili, in caso di atterraggio lungo o uscita fuori pista. Il risparmio di spesa ammonta a circa 36.000 euro. Viene contestato dalla società Xpress pure l’illecito amministrativo in quanto la stessa traeva un rilevante vantaggio patrimoniale dal non adottare un modello di organizzazione e di gestione idoneo a prevenire reati della specie di quello verificatosi.
L’attività d’indagine, coordinata dal Procuratore della Repubblica, Fausto Cardella e dal sostituto Fabio Picuti, è stata svolta, congiuntamente, dalla squadra mobile della Questura dell’Aquila, dal Corpo forestale dal nucleo di Polizia tributaria della Guardia di Finanza.
Durante la fase investigativa si è accertato che le ditte di trasporto prelevavano, tramite i loro autocarri, da quattro cantieri edili insistenti su edifici demoliti, tutti sul territorio comunale dell’Aquila, terra e materiale di risulta, per poi trasportarlo e scaricarlo all’interno dell’area aeroportuale; il tutto in assenza di autorizzazioni al deposito e documenti di trasporto, senza che, peraltro, detto materiale venisse analizzato e trattato.
Più di trecento gli scarichi effettuati, con diversi autocarri, provenienti da L’Aquila e Rieti, tra i mesi di marzo e maggio del 2014, ripresi e documentati dalla Sezione crimimalità organizzata della squadra mobile, che ha individuato anche il sito di scarico interno all’aeroporto, nel quale poi il Nucleo di polizia giudiziaria ambientale del Corpo forestale dello Stato, recentemente costituito presso la Direzione distrettuale antomafia dell’Aquila, con la collaborazione del Nipaf, Nucleo investigativo di polizia ambientale forestale, del Comando provinciale della forestale, ha accertato la presenza del rifiuto speciale. Il Nucleo di polizia tributaria della Finanza, si è occupato degli accertamenti bancari, fiscali e tributari di specifica competenza.
L’aeroporto dell’Aquila sta diventando la barzelletta di una città che non sa volare e nemmno osa farlo.