L’AQUILA Non è la prima volta che le forze dell’ordine varcano i cancelli del Giuliana Tamburro, e già da tempo la magistratura ha aperto fascicoli d’indagine sull’aerostazione. A gennaio agenti di Mobile, Forestale e Vigili del fuoco avevano scandagliato un’ampia area dello scalo alla ricerca di materiali pericolosi mentre un mese dopo, a febbraio, quattro persone furono iscritte nel registro degli indagati per presunte irregolarità nell’affidamento ventennale della struttura alla società Xpress. Ma i problemi dell’aeroporto erano iniziati da tempo, con la Regione che all’inizio dell’anno ha revocato il contributo da 880 mila euro previsto dal bando "Lavorare in Abruzzo 3" per l’assunzione di 60 giovani abruzzesi; irregolarità nella documentazione hanno portato al ritiro dei fondi concessi e diversi sono stati i dipendenti che sono stati mandati a casa, anche se tecnicamente fu detto che non avevano superato il periodo di prova. E poi c’è tutta la questione dei voli, perché poi un aeroporto senza velivoli che aeroporto sarebbe? A dicembre 2013 viene organizzato un volo «dimostrativo» da Ciampino a Preturo che dopo una serie di traversie dalle tinte fantozziane (si è "rischiato" di dover atterrare a Pescara per le condizioni meteo) è arrivato a destinazione con ore di ritardo. Sei mesi più tardi, a maggio, il primo volo di collegamento con Milano Malpensa, annunciato tra squilli di fanfara, conferenze e comunicati stampa dai toni trionfalistici, ma dopo neanche un paio di settimane la compagnia francese Twin Jet ha cancellato la rotta per un motivo molto semplice, mancanza di passeggeri. I fortunati che hanno potuto volare dal capoluogo lombardo a quello abruzzese si contavano sulle dita di una mano: troppo pochi per giustificare un collegamento che a lungo andare si sarebbe rivelato come un pessimo investimento. Non c’è problema, annunciarono Xpress, sindaco Massimo Cialente e assessore Emanuela Iorio, perché a luglio si vola per Olbia. E la cosa stava quasi per decollare (prezzi abbordabili, orari coerenti con le esigenze di turisti) ma nel cuore dell’estate la TourgesT, che doveva garantire il collegamento fa un passo indietro e, incredibilmente, viene addossata la colpa a giornali e media che nel corso dei mesi hanno raccontato flop e figuracce legate all’aeroporto che avrebbero creato un danno d’immagine tale da non far decollare l’operazione Sardegna. Ciò che è decollato è il conto dei fondi, pubblici, finora garantiti per arrivare ad un rilancio concreto di una struttura salita agli onori delle cronache durante il G8 del 2009. Rispondendo ad un’interrogazione del consigliere comunale della lista civica Appello per L’Aquila, Ettore Di Cesare, l’assessore al ramo Iorio, cifre alla mano, rese noto che nel corso degli anni, prima e soprattutto dopo il sisma, sono stati investiti oltre tre milioni di euro, tra cui i 600 mila stanziati dal Comune per finanziare lo start up della società di gestione che, tra le altre cose (come le migliaia di passeggeri stimati), aveva preconizzato la nascita di un centro commerciale all’interno dell’aera aeroportuale.