ROMA Il risparmio è quasi irrisorio, il disagio invece è incommensurabile. Ricevere la pensione dieci giorni dopo per molti potrebbe significare non solo cambiare le proprie abitudini (cosa che per i più anziani è spesso un problema) ma anche dover ricontrattare - sempre che sia possibile - i termini di alcune scadenze di pagamento, come l’affitto o il mutuo o le rate di alcuni acquisti. Insomma problemi su problemi. Per cosa poi? Sei milioni complessivi di risparmio per l’Inps. È una levata di scudi corale quella che si alza contro la norma inserita nella legge di Stabilità che (come anticipato da Il Messaggero venerdì scorso) posticipa il pagamento degli assegni pensionistici al 10 del mese. I sindacati sono in rivolta: «È inaccettabile». Le associazioni dei consumatori anche. E l’opposizione naturalmente ci sguazza. E così, mentre l’Inps cerca di rasserenare il clima facendo trapelare che la norma andrà a regime «gradualmente», ovvero non scatterà da gennaio prossimo, dal governo filtrano indiscrezioni che forse tutto sommato una bella retromarcia ci può anche stare. Possibile quindi che a breve arrivi l’annuncio che sarà lo stesso governo a proporne l’eliminazione appena inizia l’iter parlamentare del provvedimento.
ANZIANI BISTRATTATI
Forse chi ha pensato alla norma ha sottovalutato gli effetti negativi che un posticipo del pagamento della pensione può avere su una vasta platea di persone. Sicuramente su tutti quelli che alla fine di ogni mese ci arrivano facendo i salti mortali. E sono tanti. Secondo l’ultimo bilancio sociale Inps sono 6,8 milioni i pensionati che ricevono un assegno inferiore a mille euro al mese, e di questi ben 2,1 milioni non arriva a 500 euro. Sono cifre che non consentono risparmi: lo slittamento anche di pochi giorni del pagamento della pensione incide su tutto il resto e rischia di portare i conti bancari in rosso. E se per alcune cose, come la spesa quotidiana, dopo i primi mesi si può ristabilire un circuito regolare, come si farà a pagare - tanto per dirna una - l’affitto dieci/cinque giorni prima di incassare la pensione?
Per Cgil Cisl e Uil non ci sono dubbi: da parte di questo governo c’è «un vero e proprio accanimento nei confronti degli anziani» già tagliati fuori dall’erogazione del bonus da 80 euro. Durissima la leader Cisl, Annamaria Furlan, che parla di «ennesima beffa». Intanto le associazioni dei consumatori, Codacons e Adusbef, stanno organizzando l’invasione della casella di posta di Palazzo Chigi con l’invio di milioni di mail per chiedere la revisione del provvedimento.
Cosa che, come dicevamo, il governo sta già valutando. L’obiettivo delle norma è solo quello di «razionalizzare ed uniformare le procedure ed i tempi di pagamento delle prestazioni corrisposte dall’Inps», attualmente diversificati a seconda che si tratti di ex lavoratori privati (primo del mese) o ex lavoratori pubblici (14 del mese).
Se non interverranno novità, la giornata di mobilitazione del 5 novembre già organizzata dai sindacati dei pensionati con iniziative a Roma, Milano e Palermo, a questo punto avrà un motivo in più. E così anche la manifestazione Cgil di sabato prossimo. Susanna Camusso ci tiene così tanto a mostrare a Renzi una piazza stracolma, che ieri ha rivolto un appello «a tutti gli iscritti» a essere presenti in massa a Roma.