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Data: 22/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Finta bomba a Bonanni, le intercettazioni del gip

«Risponderai pure del fatto delle armi». Davide Nunziato si rivolge alla moglie Valeria Di Stefano. È il 17 luglio, i due sono in auto ma non sanno che la Mobile vi ha piazzato una microspia. In casa dell'uomo sono stati appena sequestrati due pistole e un fucile ed «emerge con chiarezza che i coniugi abbiano ricollegato l'operazione di polizia all'attentato eseguito in danno di Raffaele Bonanni», scrive il gip Giuseppe Romano Gargarella. L'intercettazione è un passaggio chiave dell'ordinanza di custodia cautelare con la quale sono stati disposti gli arresti di Davide Colasante di Guardiagrele e dei coniugi di Francavilla. L'accusa principale per i due uomini, rinchiusi in carcere, è minaccia aggravata dalla finalità di eversione dell'ordine democratico. La donna, ai domiciliari, dovrà rispondere di falso, cessione di stupefacenti e violazione della normativa in materia di armi. Ma torniamo al 17 luglio. Nunziato e Di Stefano «avevano timore che gli inquirenti potessero collegare il loro operato all'attitudine del Colasante di costruire bombe», si legge nell'ordinanza. Nunziato accusa la moglie: «Hai sbagliato tu». «Per colpa tua e di Donato vado in mezzo io - risponde Di Stefano - ? Hanno detto che lui faceva esplosivi». È emerso come i coniugi controllassero la casa di Bonanni. «C'è il politico», dice Di Stefano il 7 giugno notando la scorta del sindacalista. «Sì, quel pezzo di m....», risponde Nunziato. Che parla della finta bomba a Bonanni come di «uno scherzo». Nunziato, secondo la polizia, fa riferimento ad altre armi che però non sono state individuate. Il gip, sottolineando la «pericolosità sociale» degli indagati, scrive che «è sintomatica la circostanza del procacciamento di una nuova arma da parte della Di Stefano una sola settimana dopo il sequestro». Colasante deve rispondere anche di prostituzione minorile: per procurarsi l'eroina avrebbe cercato di convincere la fidanzata minorenne ad avere rapporti sessuali con tre uomini «a 20 euro l'uno». «La vicenda è stata ingigantita», dicono gli avvocati Giancarlo De Marco e Graziano Benedetto.

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