ROMA Roberto Calderoli prova a tendere al governo un trappolone. Questa mattina Matteo Renzi sarà in Senato per le comunicazioni all’aula in vista del Consiglio europeo del 24 ottobre. Alla fine delle relazione del presidente del Consiglio seguiranno le votazioni su due mozioni, una della maggioranza e una dell’opposizione. Ma il vicepresidente leghista del Senato, grande esperto di regolamenti parlamentari, ha presentato un testo su questioni eticamente sensibili, una tematica sulla quale si può chiedere il voto segreto su richiesta di 20 senatori. Inutile dire che visti i numeri risicati della maggioranza a Palazzo Madama Calderoli spera di bissare in meglio quanto capitato appena una settimana fa quando il Def al Senato è passato con un solo voto di scarto, quello dell’ex grillino Luis Orellana. Trappoloni a parte Renzi che ieri ha visto a lungo il capo dello Stato, è ancora in attesa di capire se la legge di stabilità avrà o meno l’ok di Strasburgo. Mentre in Italia Susanna Camusso chiama a raccolta tutti gli iscritti perché partecipino alla manifestazione del 25 a Roma, il premier ha convocato per giovedì mattina Comuni e Regioni, molto critici sui tagli previsti nel ddl stabilità. A Palazzo Chigi in queste ore c’è attesa soprattutto per le richieste di aggiustamenti che potrebbero arrivare dalla Commissione europea. Fonti autorevoli riferiscono di una richiesta di aggiustamenti strutturali all’Italia di mezzo punto di Pil che tradotto in cifre significherebbe 8 miliardi di risparmi aggiuntivi. Il commissario agli affari economici, il falco, Jyrki Katainen però ha smentito le voci che davano in partenza una lettera di richiamo all’Italia. «Non è il momento di parlare di lettere, ora siamo concentrati nell’analizzare le cifre e le misure che ci ha inviato il governo italiano, speriamo che vada per il meglio» ha detto. Nella partita europea continua lo scontro tra i popolari e i socialisti. Il tedesco Manfred Weber i ha ribadito un netto no alla flessibilità per Francia e Italia come invece auspica il gruppo socialista. Il governo spera che la Commissione sorvoli sul mancato rispetto dei parametri. Una soluzione al momento improbabile. Ma la risposta di Katainen lascia intendere che siamo ancora in fase interlocutoria. Il governo in ogni caso può contare sul tesoretto di 3,4 miliardi previsti nel progetto di bilancio. Dopo le Regione anche i Comuni bocciano la legge di stabilità e i nuovi tagli enti locali. «I Comuni non sono centri di spesa parassitari», avverte Piero Fassino. Il premier ha finalmente convocato Regioni e Anci per giovedì mattina alle 8. Oggi i governatori si vedranno per concordare una posizione in vista del vertice lampo dal quale sperano di portare a casa una riduzione di almeno un 1 sui 4 previsti della legge di stabilità per il prossimo anno. Gli altri li coprirebbero rinunciando ai 2 miliardi di prevista crescita del Fondo sanitario nazionale e spalmando in qualche modo il miliardo residuo loro richiesto. Intanto Susanna Camusso ha chiamato a raccolta tutti gli iscritti. «È il momento delle scelte chiare, dedicate a creare lavoro», comincia così la lettera con la quale Camusso rivolge «un cordiale invito» agli iscritti alla Cgil. «Il vostro coraggio è importante, facciamo sentire la nostra voce». Camusso ricorda che sono passati sette anni dall’inizio della crisi e a pagarne il prezzo continuano a essere lavoratori, famiglie, precari e disoccupati di ogni età, mentre i governi, compreso quello Renzi, insistono con le politiche di rigore. «Renzi non si confonda: noi non siamo poteri forti giochiamo con i buoni, se la logica è quella del tutti contro tutti sappiamo già come va a finire: vincono i cattivi», dice la segretaria generale. Da registrare il botta e risposta con Luigi Angeletti. «Non ho ancora capito per cosa manifesta la Cgil», dice il segretario della Uil. «Gli manderemo la nostra piattaforma», replica Camusso.