Da una parte lo stop degli autobus Gtm, oggi dalle 17.30 alle 21.30, a causa delle quattro ore di sciopero proclamate da tre sigle sindacali; dal’altra l’annuncio che a Pescara entro metà novembre riparte il cantiere per il filobus, dopo aver incassato l’ok della Via e del Tar con due recenti sentenze che hanno respinto i ricorsi presentati. E’ il sistema dei trasporti in primo piano in città, dopo essere passato prima nelle aule del tribunale, sia per quanto riguarda i rapporti tra il cda della Gtm e i dipendenti, che per quanto concerne i lavori per il filobus a Pescara. Ad indurre i lavoratori di Filt Cgil, Faisa Cisal e Ugl Autoferrotranvieri a proclamare oggi le quattro ore di sciopero, dopo un tentativo di conciliazione obbligatorio dal Prefetto, è una serie di questioni che stanno a cuore alle maestranze.
«C’è stata l'adozione, a partire dal 16 settembre - spiega il segretario provinciale e regionale della Cgil, Franco Rolandi - di turni di lavoro che prevedono lo spostamento di tutto il personale indistintamente sul ciclo urbano ed extraurbano senza un confronto con le parti sociali. Ma non è tutto, dal momento che la Gtm è un’azienda pubblica, vogliamo ci sia maggiore trasparenza sui compensi e sui provvedimenti adottati dal cda; l’azienda ha incassato di recente due sentenze del Tribunale che l’hanno condannata per atteggiamento antisindacale».
Sul fronte filobus, le cose sono invece andate diversamente per la Gtm, come spiega il presidente Michele Russo: «Il Comitato Via si è pronunciato più di un anno fa, precisando che i lavori per il filobus a Pescara sarebbero potuti continuare rimuovendo alcune barriere architettoniche e ripiantando il manto stradale. Questa decisione è stata impugnata davanti al Tar dal Wwf e da un comitato di cittadini, ma entrambi i ricorsi sono stati respinti, quindi i lavori, che a Montesilvano non si sono interrotti, riprenderanno anche a Pescara intorno a metà novembre. A giorni si riunirà un nuovo Comitato Via, tra i cui punti all’ordine del giorno c’è anche il filobus, probabilmente per prendere atto delle recenti sentenze del Tar; ovviamente qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di questi lavori che procedono a singhiozzo a seguito di sospensioni giudicate poi dalla magistratura illegittime - ha concluso Russo - e che hanno già esposto a richieste di risarcimento danni da parte delle aziende appaltatrici».