Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.942



Data: 24/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Sblocca Italia. Il giallo dei soldi spariti per L’Aquila

L’AQUILA Alla fine, dopo una mattinata di polemiche al vetriolo, si scopre che i 250 milioni di euro sono ancora lì, non li ha toccati nessuno, ma francamente restano l’unico debole appiglio per chi certifica con questa somma l’interesse del Governo Renzi. Già, perché sulle vicende della ricostruzione, a Roma, si fa una fatica immane a muovere anche il più piccolo passo, nonostante si sprechino promesse e rassicurazioni («Ho capito bene la storia della tela di Penelope: ogni giorno viene disfatto parte del lavoro che abbiamo intessuto con fatica» ha detto Cialente). Ieri è andata in archivio un’altra giornata nevrotica, tra annunci, polemiche, scontri e misteri. Cominciamo con la sintesi: nello «Sblocca Italia» ci sono solo i 250 milioni per la ricostruzione che c’erano sempre stati, fin dall’inizio. In mattinata il deputato di Sel Melilla aveva scatenato il pandemonio facendo intendere che fossero stati stralciati, per poi spiegarsi meglio nel pomeriggio. Sono spariti, invece, perché la Commissione Bilancio ha sollevato dubbi sulle coperture, due provvedimenti contenuti negli emendamenti: i fondi per la struttura tecnica di missione, da utilizzare per i precari del sisma (1% delle risorse della ricostruzione privata) e le misure per la tracciabilità delle macerie. Nella conversione in legge il Governo ha posto la fiducia: addio discussione in aula.
I NODI
Resta in piedi, invece, il caso della Legge di Stabilità, nella quale non c’è un euro per la ricostruzione nel 2015. Ma qui esiste ancora qualche margine di manovra visto che c’è da affrontare il passaggio in aula. In ogni caso siamo al redde rationem. O Renzi conferma quanto sussurrato alla Pezzopane («Verrò all’Aquila con risultati concreti»), o il banco salterà. Lo si capisce anche da come infuria la battaglia politica. Ovviamente il centrodestra punta al Pd che detiene tutta la filiera del potere. E c’è anche un altro fronte all’interno degli stessi democrat, visto che cresce la delusione per quanto finora non fatto da Renzi. Melilla parla di «pesante sottovalutazione» del Governo. La Pezzopane se la prende con gli «sciacalli»: «Sono riprovevoli le dichiarazioni allarmistiche di molti parlamentari, che dimostrano di non conoscere il testo dei documenti in discussione. Il che fa capire con quale attenzione seguano le vicende sulla ricostruzione». Pagano, di Forza Italia, mette il governatore regionale nel mirino: «Per la prima volta il Governo non finanzierà la ricostruzione. Un fatto grave che testimonia lo scarso peso politico del presidente D’Alfonso e dei parlamentari Pd. È la testimonianza del pressapochismo della maggioranza di centrosinistra e del lavoro insoddisfacente della governance locale composta da Cialente, Lolli e Pezzopane». Il grillino Vacca bolla il decreto come «Sfascia Italia» e «Anti Abruzzo».

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it