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Data: 26/10/2014
Testata giornalistica: La Repubblica
Leopolda, Renzi: "Ascolteremo la piazza, ma noi andremo avanti". Il premier: "Qui parla la gente che ha creato posti di lavoro" E poi: "resto al massimo fino al 2023, per due mandati"

A sera, in diretta con il tg3 il premier Matteo Renzi, dal rifugio fiorentino della Leopolda, non può più tacere e a proposito della piazza targata Cgil a Roma sostiene: "Quando ci sono manifestazioni come queste non c'è da dire nulla ma ascoltare una piazza bella, importante. Ci confronteremo, ma poi andremo avanti, non è pensabile che una piazza blocchi paese". Parole nette che arrivano alla fine di una giornata in cui le distanze sembrano essersi allungate fra la Leopolda e San Giovanni, fra Pd e Pd, fra una parte del Pd e una parte della Cgil. "Sono due anime diverse ma rispettabili - osserva Renzi - un grande partito ha il dovere di avere opinioni diverse. Io sono stata minoranza e non sono scappato e poi quando ho vinto il congresso le parti si sono invertite". Aggiunge: "Qua si accapigliano su questioni importanti come la riforma della scuola o il fisco e il lavoro, su come creare occasioni per i posti di lavori, che non si creano con le manifestazioni, ma con ambienti e imprese capaci di farlo".

Alla Leopolda la mattinata era cominciata con almeno duemila persone intorno ai tavoli della convention renziana, ma a sera gli organizzatori allargano i sorrisi: "Siamo già a 12mila presenze". Le magliette contro i "gufi" e i pessimisti sono esaurite, alle pareti le frasi sui Beatles, su Disney, Picasso e quelli che non li avevano capiti. "Quindici testimonianze di persone che hanno creato posti di lavoro e vogliono ragionare dell'Italia che non si arrende" comincia la mattinata Matteo Renzi dagli stanzoni della ex stazione Leopolda. Parole che sembrano fare da contraltare alle bandiere rosse della Cgil a Roma contro il Jobs act. "Rispettiamo la piazza - aggiunge poco dopo il ministro Maria Elena Boschi - sono contenta che stia andando molto bene anche la manifestazione a Roma". In mezzo alla convention Renzi trova anche il modo di promettere riferendosi alla guida del governo: "Farò al massimo due mandati, arrivo 2023".

Ai tavoli si discute. Limitare il diritto di sciopero dei lavoratori pubblici? "Esatto, sì", risponde Davide Serra, il proprietario del Fondo Albebris, a margine di un tavolo tematico in corso a Leopolda 5. "Dico che è un diritto, cerchiamo di capire che è un costo", ha aggiunto Serra che poi in diretta tv promuove il Job Act. La posizione di Serra scava un ulteriore distanza, tanto che poco dopo Del Rio e Serracchiani correggono il tiro: "Non è uno dei problemi del Paese" e il sottosegretario alla presidenza aggiunge: "Abbiamo bisogno di creare posti di lavoro"

La Leopolda si apre con un minuto di silenzio per Rayhaneh, la donna impiccata in Iran perchè accusata di aver ucciso l'uomo che voleva violentarla. Renzi è sul palco: "Continueremo la battaglia contro la pena di morte. Mi unisco al ricordo e alle volontarie che combattono contro la pena di morte". La stazione è molto social, quasi tutto va online, umori, fotografie, storie. E' già al terzo posto nel trend twitter della giornata #Leopolda5.
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Cinquanta tavoli, cinquanta temi e idee da coltivare. Altrettanti oggi pomeriggio. Dalla moda alla ricerca, dalla delega fiscale alle città del futuro, dalla scuola al lavoro ai diritti delle mamme. Dopo la prima notte che scorre via tra nostalgia e selfie, la Leopolda 5 apre la giornata con due sessioni di lavoro dedicate a "questioni concrete", come rivendica il premier Matteo Renzi, sul palco come sempre, in regia insieme ai 4 "moschettieri" protagonisti, i deputati Lorenza Bonaccorsi, Luigi Famiglietti, Edoardo Fanucci e Silvia Fregolent. Al tavolo Rai c'è il sottosegretario toscano Antonello Giacomelli, che fissa l'obiettivo di recuperare 500 milioni di euro di evasione del canone, mentre il deputato Salvatore Margiotta ricorda il progetto su cui lavora l'azienda del servizio pubblico: “Non l'abolizione ma la conversione a 2 delle news rooms dei tg nazionali”.

Chi sono i leopoldini di ieri e di oggi

Il format è già rodato, sembra una diretta tv e in effettii lavori dei tavoli scorrono in tempo reale sui grandi schermi, mentre la vecchia stazione ottocentesca fiorentina alle 11 del mattino è già piena di oltre 2 mila persone. Si parla di tutto, ad ogni tavolo c'è un coordinatore e un cosiddetto "discussant", un provocatore che contribuisce ad alimentare il confronto. Ai tavoli si parte sempre dalle presentazioni: il moderatore segna i nomi di tutti sull'Ipad e si comincia. Ogni tanto Renzi dal palco richiama tutti al sodo: "Mi raccomando, tutti i tavoli producano i documenti finali", quasi a ribadire che mentre la Cgil sta in piazza contro qui alla Leopolda si "produce per". Girando nel grande stanzone sembra di essere in una Babele: tavolo 26, delega fiscale, l'economista Ernesto Maria Ruffini ricorda a tutti uno dei sogni su cui il governo lavora da tempo, "mandare la dichiarazione dei redditi a casa". Utopie si mescolano a proposte, al tavolo del sottosegretario alla scuola Roberto Reggi spunta Vincenzo Di Nardo, vice presidente nazionale Ance, protagonista degli anni ruggenti della giunta Domenici a Firenze col project financing: "Valorizziamo i beni pubblici ma non solo con la vendita, bisogna valorizzarli tennendo conto dei singoli progetti che i privati mettono in campo. Quando si parla di trasformazione, è bene che il Comune dica cosa non si può fare, tutto il resto deve essere possibile".

Cosa ha detto Renzi al debutto della Leopolda

Al tavolo della moda, con l'eurodeputata Simona Bonafè con l'amministratore delegato di Pitti Immagine Raffaello Napoleone si parla di "aggregare le aziende per fare una scuola dei mestieri, come già sta facendo Cucinelli in Umbria con buoni risultati". "O si sblocca il mercato della Russia o si va tutti a fondo", avverte però un imprenditore della pelletteria seduto al tavolo. Al tavolo sulla ricerca con la senatrice Rosa Maria Di Giorgi si parla di defiscalizzazione degli investimenti in ricerca e di credito d'imposta per i redditi da brevetti, tutte cose contenutenell'articolo 7 della legge di stabilità. In giro per la Leopolda Fabio Volo, Pif e altri ospiti, oltre al ministro Maria Elena Boschi è in arrivo il ministro Dario Franceschini. E' arrivata anche Agnese Landini, la moglie di Renzi.

Al tavolo di Dario Nardella, sindaco di Firenze, c'è l'architetto Stefano Boeri, consigliere speciale di Palazzo Vecchio. Si parla di città del futuro, cosa fare oltre al car sharing, al wi-fi, ai volumi zero: "Va bene tutto, vanno benissimo le pedonalizzazioni e la rete, ma poi occorre riempiri i luoghi di cultura, soprattutto le periferie", dice il sindaco successore di Renzi.

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