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Pescara, 24/11/2024
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Data: 25/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
In tremila a Roma con la Cgil Abruzzo: non tagli, ma ripresa. Le ferite del lavoro alla manifestazione di oggi della Cgil. Di Cesare: qui sembrano tutti interessati ai contratti precari

PESCARA Sul parterre in erba, davanti al palco di San Giovanni tra fischietti, striscioni e bandiere della Cgil a contare le ferite dell’Abruzzo. Oltre 3mila le adesioni dalla nostra regione alla grande manifestazione nazionale della Cgil, in programma oggi a Roma. Un consenso costruito dalle venti iniziative che la Cgil abruzzese ha organizzato nelle ultime settimane. D'altra parte le scelte degli ultimi governi coinvolgono pesantemente e negativamente anche l'Abruzzo. Una regione che ha già perso 54mila posti di lavoro. «Posizioni», valuta il segretario regionale della Cgil, Gianni Di Cesare, «che non si recuperano solo confidando nei valoro di mercato, così come gli indirizzi programmatici di Regione e governo nazionale vogliono lasciare intendere. Qui serve un intervento strutturale volto a ripresa degli investimenti». Almeno sessanta pullman dalle quattro province. Cittadini, studenti, precari, pensionati. Testimonianze di una regione che fa i conti con la crisi e dovrà far fronte a una sensibile riduzione delle entrate fiscali, alla quale il taglio di 4 miliardi deciso per le Regioni dalla legge di stabilità costerà all’Abruzzo, che ha perso già 31 milioni di fondi Fas, conseguenti tagli «che si tradurranno in una riduzione dei servizi sociali, del diritto allo studio, dei trasporti» spiega Di Cesare. «Siamo la prima regione a vantare il poco invidiabile primato di posti di lavoro persi nell’anno solare, si stima oltre il 2,2%. Siamo nell’ordine di 21mila posti, gran parte nel settore terziario, non solo commercio ma anche servizi. In questo», aggiunge, «sarebbe opportuno chiedere al governatore D’Alfonso, quanto incide la situazione socioeconomica delle aree del sisma». Da un lato, i report annuali del Cresa e i dati del distretto industriale fotografano una situazione occupazionale difficile anche in settori, come quello dell’edilizia che all’Aquila, dovrebbero costituire un elemento di traino. «Non solo i dati sono poco incoraggianti», afferma Di Cesare, «è difficile sentir parlare di strategie di rinascita e sviluppo». E che cosa dire del Jobs Act? «Il fondo Garanzia Giovani mette già 32 milioni a disposizione delle aziende che vogliono assumere giovani, ma qui sembrano tutti molto più interessati a far lavorare stagisti o usare contratti precari».

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