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Data: 26/10/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Io precaria a vita, grazie a Renzi so che non lavorerò mai più

Perché precaria fantasma? Perché di tutto e di tutti si parla negli ultimi tempi tranne che dei casi come il mio (per la serie: “sono l'unica sopravvissuta della specie?”). Sessant’anni (!). Diploma di maturità scientifica, laureata nell'anno accademico 1982-83 in lingue e letterature straniere (inglese) all’Università D'Annunzio di Chieti con il massimo dei voti. Abilitata all'insegnamento con concorso ordinario per titoli ed esami nell'85. Idonea al concorso ordinario nell'anno 1991 e inclusa nella relativa graduatoria di merito del provveditorato di Chieti. Conseguo il diploma magistrale nel 1992 e nel 1995 mi abilito all'insegnamento nella primaria, con concorso ordinario per titoli ed esami. Nel frattempo, poiché non ricevo chiamate dalla scuola neanche per brevi supplenze, nel 1991 accetto un impiego a tempo indeterminato in un’azienda di informatica dove rimango fino al 2009. Faccio notare che il diploma magistrale e la successiva abilitazione vengono conseguiti contestualmente allo svolgimento dell’attività lavorativa, quindi con grandi sacrifici: nottate in bianco e il poco tempo libero impiegato nello studio, e tutto questo trascurando la mia famiglia e in particolare il mio bambino. Tale circostanza dimostra anche che, nonostante il lavoro nel settore privato che avevo accettato per necessità, la mia aspirazione rimaneva quella dell'insegnamento, una vera e propria mission per la quale avevo optato per studi specifici e per la quale mi ero abilitata! Trascorrono quindi 18 anni (1991-2009) durante i quali mi dedico anche all'insegnamento, accettando per 7 anni l'incarico di docente di lingua inglese nella Scuola per Vigilatrici d'Infanzia della Provincia di Pescara. Preciso che questo è stato reso possibile beneficiando del nullaosta dell’azienda per cui lavoravo, che mi ha concesso settimanalmente dei permessi lavorativi e stabilendo con la Provincia un rapporto di prestazione occasionale non incompatibile con il rapporto di dipendente con l'altra azienda. Quando nel 2009 l'azienda per cui lavoravo chiude, rimango senza lavoro a 54 anni, ma non mi perdo d'animo e comincio l'iter dell'invio del curriculum presso altre aziende sostenendo vari colloqui di lavoro. Scoprivo, tuttavia, amaramente che per loro ero o troppo anziana o troppo “qualificata”. Una cara amica mi ricorda che possiedo tutti i titoli per insegnare e così faccio domanda di inserimento nelle graduatorie d'istituto per il triennio 2011-2014, nelle graduatorie d'istituto perché nelle GAE non posso entrare dato che sono chiuse dal 2007. Ma cosa sono le GAE? Lo scopro solo in quella occasione. Pur ritenendo questo divieto una lesione ad un diritto acquisito (dal momento che non si possono, secondo me, azzerare con un colpo di spugna i risultati di concorsi sostenuti con enormi sacrifici e mettendosi in gioco, con il rischio di non superarli - non sono corsi universitari o online a pagamento) nonostante tutto, dicevo, rientro nella scuola dalla porta di servizio e... lavoro! Sì, in questi tre anni ho lavorato, ho lavorato e oggi ho la certezza di aver apportato un valore aggiunto nella scuola. Come se non bastasse, la nuova tabella di valutazione dei titoli stilata per l'aggiornamento delle graduatorie per il triennio 2014-2017 sono un vero e proprio atto incostituzionale che ha aggiunto vergogna alla vergogna, valutando lo stesso titolo in modo diverso a seconda delle modalità con cui è stato conseguito: come giustifica il nostro ministro l'ipervalutazione delle abilitazioni conseguite mediante Siss, Pas, Tfa rispetto all'abilitazione conseguita mediante concorso ordinario? I primi sono percorsi più qualificanti? Certamente no, in tutta evidenza! Il risultato dell'ignobile applicazione di questa tabella è stato che io da prima o seconda che ero in vari istituti mi ritrovo ad essere oggi 25 esima, 34esima, 40esima. Con speranza di essere convocata alla primaria uguale a zero. Mi ritrovo superata da giovani neo (dal dizionario della lingua renziana!) laureati e docenti che prima erano molto più indietro di me. Pertanto, dopo essere stata espulsa dal mondo del lavoro a 54 anni, mi ritrovo di nuovo espulsa, una seconda volta a 60. Vorrei ringraziare Renzi per la determinazione con cui va avanti nella sua opera di rottamazione, decidendo del futuro di una categoria di professionisti che non avranno più la speranza di lavorare.

MariaMaddalena Sciarra

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