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Pescara, 24/11/2024
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26/10/2014
Il Sole 24 ore.com
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Jobs act, Cgil in piazza. Camusso: pronti anche a sciopero, Stabilità non cambia verso alla crisi. La Uil attacca la Cgil: per cosa manifestano? |
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Cgil in pazza Roma per protestare contro il Jobs act e la legge di Stabilità del governo Renzi. Alla guida del corteo principale il segretario Susanna Camusso, dietro lo striscione “Lavoro dignità e uguaglianza”, titolo della manifestazione, “Per cambiare l'Italia”. Il segretario ha spiegato che la Cgil è pronta ad utilizzare «tutte le forme necessarie» a sostegno delle proprie richieste, compreso lo sciopero generale. Parlando sul palco al termine della manifestazione, sl segretario Cgil è poi tornata a criticare la manovra. «Il rigore dell'Unione europea continuerà a mantenere il paese nella stagnazione la legge di stabilità non cambia verso, non è sufficiente a cambiare strada».
Al governo: articolo 18 non è un totem, estendere le tutele Il governo «non si illuda», la Cgil c'è e ci sarà ancora nelle piazze per avanzare le proprie proposte «certo, anche con lo sciopero generale», ha ribadito Camusso parlando ad una piazza S. Giovanni gremita, secondo una stima diffusa dagli organizzatori al termine della manifestazione, da circa un milione di persone. Al governo, il segretario Cgil ha chiesto in particolare una «estensione delle tutele». Soprattutto, «Non si puo' pensare che l'articolo 18 sia un totem ideologico», perchè lo statuto dei lavoratori «difende la libertà dei lavoratori, il suo essere cittadino. Sono tutele concrete non ideologie». articoli correlati
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La manifestazione Cgil a Roma video
Lavoro, oltre un milione a Roma con la Cgil contro il Jobs act
Messaggio a Renzi: su questione lavoro non deleghiamo nessuno Incalzando palazzo Chigi, Camusso ha definito «giusta» la riforma della giustizia, ma ha criticato l’assenza di un intervento sul falso inbilancio: «Che riforma è se non c'è il falso in bilancio e se non si inizia la lotta alla corruzione?».«Si sappia alla Leopolda e a palazzo Chigi che noi non deleghiamo a nessuno le questioni del lavoro», ha aggiunto, per poi dare un arrivederci alla prossima manifestazione: «Ci rivedremo nelle piazze e negli scioperi che faremo presto». Prima del comizio della leader della Cgil Susanna Camusso, sul palco di San Giovanni si sono esibiti i coristi del teatro dell'Opera di Roma, recentemente licenziati, che hanno intonato `Nessun dorma´ celebre romanza di Puccini tra gli applausi della piazza.
«Nessun rimpianto per la concertazione», il premier stia «sereno» «Stai sereno», ha poi ironizzaato Camusso rivolgendosi direttamente a Renzi, che ha convocato lunedì mattina le parti sociali per un confronto sui contenuti della legge di Stabilità. Non a palazzo Chigi, nella famosa Sala Verde che in passato ha sempre ospitato questo tipo di incontri, ma al ministero del Lavoroa via Flavia. «Non abbiamo rimpianti per la concertazione che non è un mezzo ma un fine, vogliamo risposte e soluzioni. Noi abbiamo l'idea di cosa si possa fare immediatamente e di cosa si possa costruire», ha puntualizzato il segretario Cgil.
La Uil attacca la Cgil: per cosa manifestano?
Il leader Uil, a margine del congresso nazionale della UilScuola, ha fatto notare che «quando hanno programmato la manifestazione non c’era ancora la legge di Stabilità e neanche il Jobs act». Ha detto di non capire contro cosa protestino, se contro il Jobs act o contro l’articolo 18. Ha insomma preso di nuovo le distanze. Anche se nel corso dell’audizione in commissione a Montecitorio il segretario confederale Guglielmo Loy non ha certo risparmiato critiche al ddl: «Se cambiamento voleva rappresentare, non ci sembra una ciambella riuscita con il buco». Si tratta, per il sindacalista, di una «delega scritta volutamente in forma ambigua», sbagliata sia nel merito che nel metodo, «fondato sull’illusione che le norme sul lavoro possano adattarsi al nostro sistema produttivo senza la partecipazione delle imprese e dei lavoratori». A margine, Loy ha definito «irreale» la stima di Padoan di 800mila nuovi posti di lavoro con le misure previste dalla legge di Stabilità, che con il Jobs act sembra legata a doppio filo.
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