PESCARA Tremilaseicento firme circa: 3mila raccolte dal centrodestra e 600 da residenti e commercianti favorevoli alla chiusura al traffico veicolare su corso Vittorio Emanuele. Si è aperto con la consegna delle firme al sindaco Marco Alessandrini il confronto che si è avuto ieri pomeriggio, nella sala consiliare del Comune, tra i cittadini che hanno aderito al corteo organizzato dal Comitato per la tutela della pedonalizzazione di corso Vittorio e il primo cittadino, accompagnato dal vice sindaco Enzo Del Vecchio. Con un botta e risposta anche acceso. La manifestazione è cominciata alle 17.30 con un raduno su corso Vittorio aperto dall’animatore del profilo Facebook Corso Vittorio, Anthony Micolitti, e dall’avvocato Fabrizio Canta, nella veste di titolare di un negozio sulla strada, seguito da un concerto dei Clash City Rockers, una cover band pescarese (composta da Luca Di Girolamo, Martino Bucci, Roberto Di Girolamo e Pierluigi Glieca), che si è esibita, cantando brani dei Clash, fino alle 20. E dal palco è stata subito polemica tra gli organizzatori e i commercianti che dall’altro ieri avevano esposto un volantino, nel quale si chiedeva un’immediata riapertura al traffico sul Corso, fatto stampare dalla Confcommercio. Gli stessi commercianti che però, ha sottolineato Canta dal palco, «avevano firmato per noi, ossia per chiedere la chiusura al traffico di corso Vittorio. Ebbene», ha sottolineato polemicamente Canta, «da lunedì quei commercianti che, sui quarantadue totali che avevano aderito alla nostra proposta, venerdì hanno cambiato idea, potranno venire da me per ritirare la loro firma». Insomma, a Canta e Micolitti non è andato giù il dietrofront inatteso di una decina di esercenti. E sulle note di London Calling dei Clash il corteo, depurato da ogni bandiera politica, è partito per il Comune. Qualche istante prima, infatti, un paio di bandiere di Fratelli d’Italia che erano comparse all’inizio del raduno sono state fatte lasciare nel negozio di Canta. Già, poiché tra i circa duecento, tra cittadini e commercianti, che ieri hanno preso parte al sit-in, c’erano anche dei consiglieri comunali di Forza Italia, come il capogruppo in consiglio comunale Marcello Antonelli, il vice Vincenzo D’Incecco (anche consigliere provinciale) e l’ex sindaco Luigi Albore Mascia oltre al capogruppo di Pescara Futura, Carlo Masci. Un corteo che non ha neanche bloccato il traffico, nella parte di corso Vittorio aperto alle macchine, che si è sviluppato nella seconda parte sul marciapiede lato mare del Corso. Tra il gruppo anche le biciclette dei Ciclisti anonimi pescaresi (rappresentati da Pierluigi Sagazio, Valeria Bacceli, Fiorello Camplone, Manuela Chiavaroli, Luca Di Pietrantonio, Martina Bacceli, Peter Ranalli, Annalisa De Ritiis e Antonio D’Aurelio). Il corteo è arrivato in municipio, accompagnato da diversi esponenti di diverse associazioni e comitati cittadini, come Carrozzine determinate e comitato dei Mille (tra gli altri si è visto anche Augusto de Sanctis, del Forum dell’acqua, che però ha preso parte solo al raduno di corso Vittorio, e a titolo personale), e ad attenderlo c’erano sindaco e vice sindaco. Ed è stato proprio il numero due dell’amministrazione comunale a finire nel mirino di qualche cittadino, subito però rintuzzato dal sindaco. «Ma perché su corso Vittorio è sempre intervenuto pubblicamente Del Vecchio, e non invece lei, sindaco?», ha chiesto un manifestante. «La posizione è sempre condivisa», ha replicato Alessandrini, caricandosi tutta la responsabilità della decisione presa di riaprire corso Vittorio, anche se ieri è apparsa più che un’ipotesi la possibilità che la strada, una volta riaperta, probabilmente a novembre, venga chiusa poi tutti i fine settimana. Non solo. Nei botta e risposta ieri pomeriggio, con il coordinatore cittadino di Forza Italia, Guido Cerolini Forlini, è rispuntata fuori l’ipotesi del referendum su corso Vittorio. Il sindaco, incalzato anche da un cittadino, ha assicurato che si rimetterà all’eventuale volontà popolare, «ammesso che abbiate la forza di organizzare la consultazione. E comunque il quesito», ha insistito Alessandrini, «non potrà essere su corso Vittorio aperto o chiuso, ma dovrà riguardare l’intera mobilità della città». Alias, la chiamata alle urne, se avverrà, non potrà essere un aut aut tra traffico sì o traffico no sul Corso.