Se solo ieri l’amministratore delegato delle Ferrovie Elia dichiarava la sua disponibilità ad entrare nel capitale sociale di Atac a Roma e di ATM a Milano, oggi ci pensa il sindaco Ignazio Marino a cogliere la palla al balzo tanto da dichiarare «a me interessa moltissimo» salvo l’ovvia precisazione che « la discussione non deve essere fatta sui media e sulle affermazioni, bensì sullo studio dei documenti.
Prima che quell’affermazione fosse pronunciata (da Elia) – ha aggiunto il sindaco- ci sono stati incontri di lavoro tra il nostro assessore Guido Improta e l’amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, vogliamo certamente valutare quali possano essere le migliori sinergie.»
MARINO RILANCIA - Poi Marino rilancia la posta perché quest’interesse potrebbe valere anche per altri grandi gruppi, convinto che siano possibili «importanti sinergie con altre aziende come Fs e la partecipazione di altre aziende nel migliorare il servizio e la disponibilità delle linee.»
Infine si prende si prende una soddisfazione: « il fatto che oggi ci sia l’interesse delle Ferrovie dello Stato che non c’era un anno significa che stiamo lavorando bene e che stiamo risanando un’azienda che diventa interessante anche per altre società più forti in questo momento.»
Affermazione temeraria per una società qual’è Atac che ha accumulato dal 2003 anni debiti per 1,6 miliardo e che ancora nel 2013 segnava in bilancio una perdita di 165 milioni.
Se a questa oggettiva situazione finanziaria si aggiunge la richiesta al Governo di altri 100 milioni urgenti (non ancora concessi) per il Tpl romano dopo i 240 erogati dalla Regione, ci si rende conto che la situazione non è proprio quella descritta da Marino.
Qualche soluzione comunque va maturando se si considera che solo all’inizio di quest’anno l’assessore Improta in polemica con Zingaretti per l’inadeguato intervento della Regione, dichiarava che Atac così com’è messa non se la sarebbe accattata nessuno mettendo successivamente in campo un piano di tagli sulle linee sia pur limitato ma che sta creando disagi nelle periferie.
NUOVI ASSETTI - Ed è probabilmente in funzione di possibili e diversi assetti societari di Atac che acquistano senso le voci di un possibile cambiamento ai vertici della società nella persona dell’amministratore delegato Broggi (il quinto dal 2008) che peraltro sino ad oggi si è accontentato dell’emolumento relativamente basso di 65.000 euro rispetto ai colleghi di altre municipalizzate.
Il fatto è che la linea delle privatizzazioni comincia a farsi strada nella nostra Regione dove il nuovo consiglio di amministrazione di Cotral potrebbe concedere qualche linea ai privati, mentre il project financing dei Francesi per la Roma Lido è qualcosa di più che una pia intenzione.
Prevedibile l’intenso fuoco di sbarramento dei sindacati e di parte della sinistra ovviamente preoccupati per i livelli occupazionali, ma anche per lo smantellamento di posizioni di potere anche politico del quale hanno sempre goduto nel Tpl.
Eppure la via delle privatizzazioni pare indicata non solo dalla cura dimagrante che la spending review impone alle municipalizzate, ma dagli stessi orientamenti ‘liberisti’ del governo Renzi. Se poi il dibattito debba passare o meno sui media poco importa, quello che conta è il coraggio politico delle decisioni.