ROMA «Se i sindacati vogliono trattare si facciano eleggere, ce ne sono già, si troverebbero a loro agio». Matteo Renzi replica duro a Susanna Camusso che ha definito surreale l’incontro con il governo perché «i ministri non avevano la delega a trattare». «Trattare cosa? La cosa veramente surreale è che il segretario della Cgil dica che in un incontro con il governo si debba trattare, il sindacato deve trattare con le aziende, se qualcuno pensa che per fare una legge dobbiamo chiedere il permesso al sindacato si sbaglia». Il giorno dopo la chiusura della Leopolda, nel Pd la minoranza non fa passi indietro e conferma che salvo modifiche non voterà il jobs act neanche se Renzi dovesse mettere la fiducia. «Il premier cerca sistematicamente un incidente per giustificare le elezioni anticipate», attacca Fassina. La scissione «molecolare», così la chiama l’ex viceministro di Letta, sarebbe già in atto. Renzi però non ci crede. «Abbiamo aperto le porte per far entrare le persone non per mandarle via», dice a Lilli Gruber, tornata a condurre «Otto e mezzo». I toni non sono quelli della chiusura della Leopolda. E Renzi tende una mano alla minoranza. «Mi fa piacere se arrivano suggerimenti, nessuno ha la verità in tasca. Se arrivano contributi è positivo. Se poi qualcuno vuole fare un raggruppamento a sinistra molto più radicale, lo rispetto ma c’è già e ha preso il 4,3% alle elezioni, noi il 41%». «Se vogliono fare un partito più forte o più piccolo... la discussione di quello che avverrà alle prossime elezioni da qui al 2018 campa cavallo che l’erba cresce». In ogni caso una cosa per Renzi è chiara. «Il potere dei piccoli partiti ha distrutto il Paese, il governo Prodi è andato a casa due volte e per me il potere di veto è finito». Quanto a Maurizio Landini, dato da molti come leader della nuova sinistra malgrado le sue continue smentite, Renzi conferma la stima per il segretario della Fiom e anche per la piazza: «Quando c’è una piazza va rispettata» E Davide Serra? Il premier è d’accordo con il finanziere amico che vuole limitare il diritto di sciopero? «No, non sono d’accordo ma è legittimo che ci siano luoghi in cui si discute e non mi piace la rappresentazione della Leopolda dove basta mezza affermazione di Serra per aprire polemiche». Ieri l’Italia ha risposto ai rilievi di Bruxelles sulla legge di stabilità. Il premier pensa che sia chiuso il contenzioso? «Credo di sì, a Bruxelles trovo talvolta un atteggiamento pregiudiziale contro l’Italia» spiega e ad averlo sono soprattutto «i funzionari e i tecnici». In Europa l’Italia viene spesso considerata come «uno studente bravo ma svogliato» «ma io difendo l’orgoglio dell’Italia». Il premier ammette che in parte il pregiudizio nei nostri confronti è dovuto alle molte premesse «che non vengono mantenute». Per questo rivendica che le sue di riforme hanno già passato l’esame della prima lettura in Parlamento. Da chi si sente sostenuto in Europa? Il premier dice che non ci sono alleanze fisse tra i premier. Ma il segretario dem rivendica di essere a capo del primo partito nella Ue. «Io ho dalla mia parte 11 milioni e 200mila italiani che hanno votato alla scorse elezioni, il Pd ha preso più voti della Merkel». Quest’anno le stime di crescita sono state riviste al ribasso. Cosa si aspetta per il prossimo anno? «Noi siamo convinti che la crescita con questa manovra avrà il segno più avanti, io immagino una crescita secondo le stime del Def dello 0.6% ma al di là dei numeri bisogna fare alzare il numero degli occupati, ne abbiamo persi un milione in questi mesi e creati 80mila, per il futuro però non dò numeri» Padoan ha parlato di 800mila neooccupati, 200mila meno di quelli promessi da Berlusconi. «Padoan è bravo in queste cose, se lo dice lui mi fido». Infine il Patto del Nazareno. Lei a Barroso ha detto basta lettere segrete e l’ha pubblicata. Perché non pubblica il “papiello” del patto con Berlusconi? «Il patto del Nazareno è in Parlamento da 7 mesi, sono le riforme, il resto sono fantasmi».