ROMA I Patronati si appellano al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Dopo il taglio da 150 milioni di euro al Fondo alimentato dai contributi dei lavoratori contenuto nella legge di Stabilità, i coordinamenti dei Patronati di Acli e sindacati hanno inviato una lettera al Capo dello Stato paventando il rischio della perdita di 5 mila posti di lavoro. «Ci permettiamo di interpellarla per sottoporre alla sua attenzione», hanno scritto Fabrizio Benvignati (Cepa), Alfonso Luzzi (Cipas) e Leonardo Maiolica (Copas), «l’enorme danno che deriverebbe da quanto previsto dall’articolo 26 della legge di Stabilità». Per i Patronati «cento anni di impegno solidale in Italia e all’estero rischiano di essere azzerati in un attimo. In particolare», spiega la lettera, «la norma risulta viziata da pensanti limiti di costituzionmalità e rischia di portare al licenziamento di un numero di operatori di patronato che potrebbe aggirarsi attorno a 4.000-5.000 persone, oltre a precludere ai cittadini la possibilità di ottenere assistenza gratuita per fare valere i propri diritti previdenziali e socio-assistenziali». Ma cosa prevede esattamente la norma inserita nella legge di Stabilità? Il Fondo nel quale vengono accantonate le somme per i Patronati ammonta a circa 430 milioni di euro, derivanti interamente dal contributo dello 0,226% sui salari dei lavoratori dipendenti. Per il 2015 la manovra prevede un taglio di 150 milioni su questo Fondo che verranno destinati ad altre esigenze del bilancio pubblico. Dal 2016, inoltre, proprio per tener conto della riduzione del Fondo, il contributo dovuto dai lavoratori sarà ridotto dallo 0,226% allo 0,148%. Non solo. La legge di Stabilità riduce anche gli anticipi ai Patronati dall’80 per cento delle somme al 45% delle stesse.
LA REAZIONE
Nella lettera inviata a Napolitano, i Patronati contestano alla base il taglio del Fondo, sostenendo negli anni di aver fatto risparmiare lo Stato. «Ci preme segnalarle», scrivono Benvignati, Luzzi e Maiolica, «che il sistema Patronati con la sua azione, in questi anni, ha contribuito significativamente alla politica di razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse pubbliche, dal momento che, con l’ampliamento delle attività attribuite dal legislatore, ha permesso per lo Stato un risparmio annuo di oltre 657 milioni di euro, cioè 564 milioni di euro per l’Inps, 63 milioni di euro per l’Inail e 30,7 milioni di euro per il ministero degli Interni». Sui Patronati è intervenuta ieri anche il segretario generale della Cisl, Annamaria Furlan, indicando il taglio come uno degli «svarioni» della legge di stabilità. « Tagliarli come previsto dalla finanziaria», ha spiegato a margine dell’incontro con il governo, «significa poi circa 8mila posti di lavoro in meno».