PESCARA Niente archiviazione questa volta. Accantonata la vicenda della filovia, l'ultima inchiesta a carico del presidente della Gtm Michele Russo (nella foto) si trasforma in una richiesta di rinvio a giudizio. A depositarla, ieri, è stato il pm Anna Rita Mantini che a Russo contesta la turbata libertà del procedimento di scelta del contraente in merito alle paline, ovvero le aste pubblicitarie, posizionate accanto alle fermate degli autobus. La vicenda ruota intorno all'appalto del novembre 2010. Appalto per il quale Russo decise l'affidamento diretto incaricando la D'Angiolella Pubblicità di occuparsi della fornitura, dell'installazione e della manutenzione delle paline. Per l'accusa però, quell'appalto avrebbe dovuto essere espletato attraverso un bando di gara a evidenza pubblica. E' un reato relativamente nuovo quello contestato a Russo e molto simile al più noto reato di turbativa d'asta, ma per la difesa non vi sarebbe stato alcun illecito perché, aveva spiegato lo stesso Russo agli inquirenti, l'affidamento non era a titolo oneroso e faceva prefigurare una valenza economica inferiore ai 20 mila euro. Ragioni per le quali, aveva aggiunto, non era necessaria alcuna gara d'appalto. «Dalla Gtm - aveva poi specificato Russo - non è uscito neanche un euro e quell’affidamento è stato un sollievo per l’azienda perché ha portato 40 mila euro in più di ricavi». Questo perché l'accordo prevedeva che il 40% degli introiti della D'Angiolella andasse proprio alla Gtm. A chiedere la sostituzione delle paline, secondo quanto da lui riferito, erano stati gli utenti dei mezzi pubblici. Per questo Russo aveva avviato la trattativa con la società «trasformando l'osservazione - aveva detto - in un'idea imprenditoriale». Di questa idea dovrà ora dare contezza, insieme al direttore generale della Gtm Antonio Dell'Erba, cui si contesta il falso, l'11 novembre davanti al gup Gianluca Sarandrea, cui spetterà il compito di prosciogliere o rinviare a giudizio i due indagati.