Firmata la richiesta di rinvio a giudizio per Michele Russo. Il sostituto procuratore Anna Rita Mantini ha deciso di formalizzare l’imputazione contro l’attuale presidente della Gestione trasporti metropolitani e il direttore generale dell’azienda Antonio Dell’Erba. L’inchiesta è quella sulle paline pubblicitarie poste vicino alle fermate degli autobus che la Gtm decise di affidare, con incarico diretto, alla società D’Angiolella pubblicità prefigurando una valenza economica inferiore ai 20 mila euro, aggirando così l’iter procedurale per una gara di appalto. Turbativa d’asta è il reato che la procura contesta al presidente mentre al direttore generale l’ipotesi di reato è quella di falso. Quell’affidamento diretto era destinato alla società Igp Decauux spa che già aveva un contratto con l’azienda, che però rifiutò di allargare quel contratto in essere anche alle paline. Decisione che la Gtm aveva deliberato il primo giugno del 2010. E a fronte della indisponibilità della Igp, l’azienda decise di affidare quell’appalto alla D’Angiolella pubblicità per un periodo di cinque anni, rinnovabili per un secondo quinquennio, per un canone annuo di 10 mila euro. Secondo la magistratura le questioni rilevanti sarebbero due. In primo luogo sarebbe stato necessario avviare una procedura di gara o quantomeno invitare almeno cinque operatori economici del servizio a presentare una offerta. Mentre invece sarebbe stato deciso l’affidamento alla D’Angiolella pubblicità sul presupposto che si trattava di un sotto soglia e dunque di un valore di gara inferiore ai 20 mila euro, ma senza quantificare neppure quante fossero le paline sulle quali affiggere la pubblicità: un dato importante per quantificare i possibili guadagni per la società cui veniva affidato l’incarico e soprattutto per la Gtm, ma altrettanto importante per decidere se procedere con una gara di appalto o meno. Non solo, ma secondo l’accusa il presidente Russo sarebbe andato anche contro la deliberazione del consiglio di amministrazione dell’azienda che, in data 8 novembre 2010, aveva dato mandato e dunque autorizzato il presidente a sottoscrivere un contratto per soli cinque anni e quindi non rinnovabile. L’ipotesi di falso che pesa in capo al direttore generale Dell’Erba, invece, è relativa a quanto lo stesso avrebbe attestato in data 17 novembre 2010 e cioè che il contratto tra la Gtm e la ditta D’Angiolella fosse già stato stipulato pur sapendo che l’iter era ancora in corso, tanto che l’accordo venne formalmente stipulato solo cinque giorni dopo, e occultando che la società aggiudicataria all’epoca non fosse esistente, visto che si costituì il 20 novembre. A metà novembre l’udienza preliminare: «In sostanza - commenta Michele Russo - chi ci ha guadagnato in questa storia è stata la Gtm. Mi sarei aspettato un premio e invece mi tocca discutere di un reato».