ROMA La trattativa che si svolta al ministero Lavoro è saltata e per 1.634 lavoratori di Meridiana sembrano aprirsi definitivamente le porte della mobilità. Dopo poco più di un mese, il confronto tra governo, azienda e sindacati si è risolto in un nulla di fatto e, dopo la decisione annunciata venerdì sera, la compagnia della Aga Khan ha comunicato di aver attivato le procedure previste dalla legge 223 in materia di licenziamenti collettivi. Una decisione presa dall’azienda che ha respinto le condizioni poste dai sindacati per poter condividere il documento presentato martedì scorso dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti. Come previsto dalle legge, si apre adesso la trattativa in sede aziendale. Ma anche sulla stessa scelta della sede si rischia un nuovo scontro tra le parti. Infatti, le organizzazioni sindacali puntano ad avviare il confronto ad Olbia, cuore operativo del vettore dove possono contare sul pressing della mobilitazione dei lavoratori, mentre Meridiana punta a rimanere a Roma. Una decisione verrà presa nei prossimi giorni. L'incontro di ieri al dicastero di Via Flavia, dunque, non ha fatto altro che sancire la temuta fumata nera, dopo gli sviluppi di venerdì scorso. Il confronto, negli ultimi incontri di martedì e poi venerdì, si era incentrato sulla proposta ministeriale che, tra l'altro, prevedeva incentivi alla mobilità volontaria e al pensionamento per quei lavoratori che ne abbiano i requisiti e un possibile riassorbimento di un numero di lavoratori in Air Italy, l'altra compagnia del gruppo Meridiana, e un percorso di ricollocazione di altri esuberi, con l'intervento di Enac e Regione. A questa proposta l'azienda aveva dato il proprio assenso mentre i sindacati avevano preso tempo in attesa di consultare la base. Consultazione avvenuta nelle assemblee di giovedì scorso nel corso delle quali i lavoratori hanno posto tre condizioni per poter andare avanti: ammortizzatori sociali, riunificazione delle due compagnie del gruppo, Meridiana e Air Europe, e piano di investimenti. Integrazioni irricevibili secondo l’azienda che sarebbe invece pronta a discutere di esternalizzazioni. Su questo punto, il ministero del Lavoro e quello delle Infrastrutture hanno fatto sapere che si tratta di «un tema di confronto, nella convinzione che sia il numero degli esuberi, sia la qualità dell'assetto dell'azienda nonché della sua efficienza, possano essere migliorati».