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Data: 30/10/2014
Testata giornalistica: Corriere della Sera
Landini: «Anch’io ho preso le botte, non si mena chi è in piazza». Il rappresentante dei metalmeccanici si scontra con i poliziotti: poi il governo lo convoca. Telefonata tra Renzi e Landini, critiche al premier da Bersani

Sempre più aspro lo scontro tra governo e sindacati. Dopo il botta e risposta tra l’eurodeputata Pd Pina Picierno e la leader della Cgil, la tensione degenera in violenza. In prima fila negli scontri di piazza Indipendenza a Roma c’è Maurizio Landini, il segretario generale della Fiom (Federazione italiana operai metallurgici). E’ lui a dare l’allarme, mentre gli piovono adosso le manganellate: «Hanno caricato i lavoratori, tre sono in ospedale». «Appena siamo partiti in corteo stiamo stati caricati senza alcuna motivazione. Anch’io ho preso le botte dai poliziotti. Alcuni dei nostri sono finiti in ospedale, non finisce qui».E poi, subito dopo: «Vogliamo chiedere un incontro al governo e alla polizia perché non si picchia così: Renzi spieghi le botte». Impietoso lo sfogo di Landini pubblicato su Facebook: «In questo paese di ladri basta picchiare chi paga le tasse. E’ una vergogna. Il governo deve rispondere adesso: dica qualcosa invece di fare slogan del cazzo. Chiedano scusa i lavoratori. Questo Paese esiste perché c’è la gente che lavora. Hanno rotto le scatole, noi che lavoriamo dobbiamo essere picchiati da chi per vivere deve lavorare? Se la prendono con gli unici onesti? Ma come siamo messi! Nessuno si è fatto sentire, non siamo mica alla Leopolda noi».

Il premier telefona a Landini

Una telefonata a Maurizio Landini, segretario Fiom-Cgil e incontri con Federacciaio e Cassa Depositi e Prestiti. Mentre imperversano le polemiche per l’operato delle forze dell’ordine, in piazza a Roma, il presidente del consiglio Matteo Renzi lavora ancora al dossier che riguarda gli Acciai Speciali di Terni cercando di sbrogliare una matassa complicata. Il presidente del consiglio ha sentito al telefono anche il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, al quale ha chiesto di avere tutti gli elementi per fare chiarezza sui fatto di piazza Indipendenza. L’indicazione è di abbassare i toni, evitare che su un terreno come quello di una crisi industriale si possano provocare lacerazioni o scontri.

L‘incontro

Dopo gli scontri è arrivata la telefonata del ministro dello Sviluppo Federica Guidi: un duro scambio, quello tra il sindacalista e il ministro, che poi convoca un incontro con la presidenza del Consiglio e il capo della polizia. «Non ci muoviamo di qui finché non c’è l’incontro. Siamo partiti in corteo e ci hanno menato. Ero davanti a prenderle anche io. Non siamo delinquenti, non si mena chi è in piazza a difendere i lavoratori». La fermezza di Landini, che dopo lo scontro ha cercato di allontanare gli operai dal blocco della polizia, ha la meglio: interviene il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio, e organizza seduta stante al Mise l’incontro tra la delegazione di Ast Terni e il ministro Guidi. «Il governo continua ad essere impegnato nell’affrontare la crisi di Ast Terni - dichiara il sottosegretario Delrio - ed effettuerà una puntuale verifica per quanto accaduto oggi con il ferimento di alcuni operai».Laconico Landini al termine dell'incontro: «Non è il primo episodio, serve chiarezza» ha spiegato. «Per riportare normalità nella trattativa Ast devono essere rimosse le provocazioni dell' azienda, come quella di non pagare gli stipendi», ha detto Landini, spiegando che il governo ha annunciato che il suo obiettivo è «di far cambiare il piano industriale e riconvocare il tavolo», che potrebbe tenersi la settimana prossima.«Non chiediamo dimissioni ma chiarezza perché noi abbiamo chiesto di andare al Mise e ci hanno caricato».

La ricostruzione

«Immagino», ha proseguito Landini all'uscita dal ministero, «che i poliziotti abbiano ricevuto degli ordini. Quello che è successo è sotto gli occhi di tutti. Eravamo in piazza perché c'era un incontro con l'Ambasciata tedesca cui i lavoratori avevano posto alcune domande. Di fronte alla risposta deludente dell'ambasciata abbiamo deciso di spostarci sotto il ministero dello Sviluppo economico per parlare con il governo, abbiamo organizzato il corteo e abbiamo tentato di uscire dalla piazza. La polizia presidiava però tutte le uscite con un assetto completamente fuori luogo e a fronte della nostra richiesta di passare c'è stata un'incomprensibile carica. Diversi lavoratori sono stati colpiti e alcuni sono finiti in ospedale». Secondo il leader della Fiom, si tratta di «una situazione grave e non motivabile. Penso», ha sottolineato, «che chi viene mandato in piazza abbia degli ordini. I poliziotti sono lavoratori come noi, è il governo che deve chiarire quali sono gli ordini. Se il governo pensa che il diritto di manifestare è un problema di ordine pubblico, è grave».

Bersani critica Renzi

Matteo Renzi ha commesso «errori piuttosto seri. Per esempio considerare un ferro vecchio il sindacato». Pier Luigi Bersani, durante Otto e mezzo su La7, non ha nascosto critiche alla politica di comunicazione del governo: «Il popolo che è andato in piazza» con la Cgil, ha detto Bersani, «non è tutto il nostro popolo, perché un partito deve fare la sintesi, ma basicamente» il popolo della piazza Cgil «è parte del nostro popolo». Quindi, Bersani ha discusso anche della mozione di sfiducia annunciata da Sel contro il ministro dell’Interno per la vicenda Ast: «Alfano per prima cosa deve venire in Parlamento e spiegare. La situazione è molto grave e bisogna capire cosa è successo, se ci sono delle responsabilità. Aggiungo che sono preoccupato per l’aria che tira: tutti ci si deve dare un attimo di tregua, ciascuno deve fare la sua parte, c’è una parte del sindacato e una che tocca anche a noi come Pd e governo, lo dico a Renzi», ha aggiunto.

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