«La questione delle tessere false della Cgil? Non mi metto a discutere con la Picierno che fa parte di una classe politica squalificata. Ma non ho nessuna esitazione a dire che durante il congresso della Cgil, quello che ha segnato l’elezione di Susanna Camusso ci sono state delle irregolarità». Giorgio Cremaschi, presidente della Fiom-Cgil fino al 2012, il sindacato dei metalmeccanici, un falco delle trattative sindacali, non ha alcun problema a dire che al momento dell’investitura della Camusso «ci furono dei voti gonfiati».
«Voti gonfiati», «Irregolarità», a cosa si riferisce? Vuole essere più preciso?
«Come mai la stampa se ne accorge solo ora? Noi abbiamo contestato l’andamento del congresso della Cgil dove ci sono state gravi irregolarità. Non credo che esistano tessere false o che i pulmann vengono riempiti da lavoratori pagati per l’occasion. Quello che dice la Picierno non voglio nemmeno commentarlo, mi ricorda tanto quello che affermava Berlusconi. Fa parte di un ceto politico che considero uno dei mali del nostro Paese».
Ma come? Un sindacalista della Cgil attacca così duramente un’eurodeputata renziana? Un tempo la Cgil non andava a braccetto con il Pd?
«Non so a cosa si riferisce ma non ho niente a che spartire con questi quarantenni spretati che passano da Scelba a Topolino; sono uno dei mali dell’Italia. Questo attacco è un fatto gravissimo e non può essere considerato un incidente. C’è una volontà politica, un disegno».
Una strategia?
«Il governo Renzi è reazionario nel senso tecnico del termine, cioè vuole portare la legislazione sociale e politica del Paese indietro di cento anni. Il premier gode di un consenso costruito da un’operazione di marketing gigantesca che nasce dall’esperienza stessa della Grecia».
Cosa c’entra la Grecia con Renzi?
«I poteri forti che sostengono Renzi hanno capito che l’esperienza greca di farsi governare dalla troika non funziona. Meglio invece farsi governare da chi, come Renzi, è asservito a Bruxelles. È fuori luogo tutta questa esultanza per la promozione della legge di Stabilità da parte della Commissione Ue, quando la manovra è solo un’acettazione dei diktat di Bruxelles. Renzi forse pensava che portando a Bruxelles lo scalpo dell’art18 e dei diritti dei lavoratori, avrebbe avuto più flessibilità sui conti. Ma il risultato è una Stabilità passata da 35 a 40 miliardi con 5 miliardi in più di tagli e tasse».
Quale collegamento c’è tra la Stabilità e l’attacco al sindacato sulle tessere?
«Renzi deve portare avanti politiche di austerità imbrogliando al povera gente e allora per coprirsi deve scatenare la vandea contro i sindacati e bastonare i lavoratori. Maschera le motivazioni vere e cerca come caprio espiatorio il sindacato e il Parlamento. Confindustria e la finanza internazionale stanno tutti con Renzi. Questo spiazza la Cgil che è stato il sindacato collaterale del Pd. Questi sono solo i primi segnali della rottura. Se il Cgil fa sul serio la rottura sarà storica se si ferma a metà la sconfitta sarà storica. Qualcuno alla fine dovrà arrendersi. Io faccio di tutto affinchè la rottura sia totale perchè Renzi è peggio di Berlusconi, è più pericoloso».
Ma se davvero ci sono state irregolarità nel congresso, non è il momento fare chiarezza nel sindacato?
«Io ho contestato gravi irregolarità, voti largamente gonfiati in alcune realtà e il fatto che alla minoranza non è stato permesso di partecipare. Abbiamo presentato un dossier al congresso e una memoria alla magistratura di cui attendiamo la risposta».
Ma come può un sindacato che ha questa ombra essere credibile?
«Il sindacato ha bisogno di una riforma democratica al suo interno ma Renzi non è interessato a questo bensì a togliere i diritti democratici ai lavoratori. Ho raccolto centomila firme come presidente Fiom per garantire la trasparenza nella vita del sindacato ma i principali ostacoli vengono dal Pd di Renzi oltre che dalla Confindustria. A Renzi va benissimo che sia così. Al premier queste pecche fanno comodo per togliere diritti ai lavoratori altrimenti avrebbe fatto una legge sulla rappresentanza sindacale stabilendo regole sulle tessere. Alla casta politica fa comodo gettare fango».