Vandali imbrattano la sede del Pd: la Digos apre un'indagine. Dopo lo scontro Renzi-Camusso la sede del Pd di Teramo, in Corso de Michetti, è stata imbrattata con scritte che si riferiscono proprio alle polemiche in atto tra il premier e i sindacati: “Siete il partito dei padroni” e “Giù le mani dagli operai”. La scritta Pd è stata inoltre coperta con uno spray di colore rosso. Sul posto si sono recati gli agenti della Digos, che stanno indagando sull'accaduto, anche se in casa Pd l'episodio non ha destato particolare preoccupazione, dato che fa riferimento a una vicenda di respiro nazionale e non ad una polemica diretta verso gli esponenti locali. "Ovviamente - afferma il presidente regionale del Pd Manola Di Pasquale - ci auguriamo che la cosa si fermi qui, ma se non sarà così valuteremo se sporgere denuncia». Il capogruppo in consiglio comunale Gianguido D'Alberto annuncia che sarà il partito ad accollarsi le spese per far ripulire i muri in tempi brevi. «Si tratta - spiega - di un palazzo in cui risiedono diverse persone e mi dispiace che debbano subire questo fastidio».
Intanto il Pd teramano non ferma la sua attività, e concentra le attenzioni sulla Team, criticando il costo della Tari su cui incidono gli stipendi d'oro dei dirigenti della municipalizzata, che, in quattro si dividono ben 622 mila euro. Polemiche anche sui costi fissi, che incidono per il 60% sul sulla tariffa pagata dai cittadini, anche a causa dell'incremento del 15% del personale impiegatizio. Sotto accusa anche le recenti nomine di presidente e Cda. «Il sindaco Brucchi con la nuova designazione nel cda della Team - afferma Manola Di Pasquale - continua a violare la legge e lo statuto dell'ente e offende il genere femminile. Nonostante gli sia stato notificato in questi giorni ricorso in autotutela e al Tar, con riferimento alla designazione negli organi della Team di componenti di un solo genere quello maschile, il Sindaco continua a perseverare ignorando, non soltanto i principi contenuti nello statuto del comune guida principe per un Sindaco, ma anche i criteri che il consiglio comunale gli ha imposto». Secondo la rappresentante del Pd il comportamento di Brucchi denota «un'arroganza politica senza pari, ispirata soltanto da becere logiche spartitorie».