DA 135 a 10 aziende. É il risultato più evidente che dovrebbe venire dalla ristrutturazione del trasporto pubblico locale, presentata ieri in Regione. Un adempimento di legge, conseguente al principio della liberalizzazione dei servizi. E per il quale il presidente Stefano Caldoro ha vantato di essere l'unica Regione ad avere avviato questo programma oltre Lombardia e Emilia. A Santa Lucia contano di far riprendere un settore segnato dall'ampia dispersione: 135 aziende società operanti, per un totale di 149 contratti, e con ben il 65 per cento di queste dotate di un massimo di 10 addetti. La rivoluzione comporta contratti pluriennali, a garanzia dell'utenza, e assorbimento del personale da parte dei nuovi gestori, pubblici o privati che siano. Questi dovranno però esercitarsi su solo nove lotti, che andranno a bando: due per il ferro (uno per la rete Rfi e uno per la ex Eav), cinque per la gomma (Salerno, Avellino-Benevento, Caserta, Napoli città, Napoli provincia), due per il mare (Capri e Ischia-Procida).
Sarà possibile correre su più lotti, e sarà possibile anche il raggruppamento di imprese, a due condizioni: la capofila deve avere capacità per sostenere almeno il 50 per cento delle prestazioni, le altre devono avere analoga capacità per almeno il 10 per cento. Insomma sui ogni lotto potrà operare un massimo di 6 associate.
Definito il quadro dei bandi, con annessi importi di base di gara, (circa 3,5 miliardi per il ferro, 2,2 miliardi per la gomma, 36 milioni per il mare), la Regione ha avviato la prima fase, una preselezione per la quale le aziende dovranno presentare i loro requisiti entro il 10 dicembre. Il successivo screening individuerà le aziende da invitare poi al bando vero e proprio.
In relazione al tipo di settore chiamato in causa, ha detto l'assessore Sergio Vetrella, il nuovo sistema potrebbe chiedere «da qualche mese a due anni». Resta poi irrisolto il conflitto con il Comune capoluogo, che ha sempre contrastato l'eccessiva frammentazione dei lotti e avrebbe desiderato un lotto unico per Napoli, comprensivo di ferro, gomma e mare. La battaglia peraltro è già spostata sul terreno della città metropolitana: «La legge ne prevede espressamente la competenza sul suo territorio dice Anna Donati, delegato del sindaco - de Magistris, qualche mese fa, insieme a colleghi di altre grandi città, ha chiesto al ministro Lupi che vada direttamente alle città metropolitane una parte del fondo nazionale trasporti».