Iscriviti OnLine
 

Pescara, 24/11/2024
Visitatore n. 740.940



Data: 30/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
La Legge di stabilità 2015 - Regioni, oggi la controproposta. Zingaretti: necessario mediare

ROMA Dopo i toni spigolosi della settimana scorsa, quando i presidenti delle regioni scoprirono che la finanziaria tagliava 4 miliardi di euro, ieri Nicola Zingaretti ha usato parole più rotonde: «In queste ore, come Regioni, siamo molto impegnati a lavorare sulla controproposta alla legge di stabilità del Governo». Poi, però, ha aggiunto: «Alle cifre attuali, il prelievo nazionale dal Lazio ammonterebbe a circa 750-800 milioni: una cosa mostruosa». In sintesi: la trattativa con il governo, cominciata giovedì scorso con l’incontro a Palazzo Chigi, va avanti. Zingaretti - che in questo momento sta giocando il ruolo di playmaker tra i presidenti di Regione - ritiene che un punto di sintesi possa essere trovato. Come? Oggi se ne parlerà nella Conferenza delle Regioni, che si riunirà alle 10. Al punto 5 dell’ordine del giorno si legge: «Verifica sul confronto in atto sulla Legge di Stabilità 2015».
MEDIAZIONE
Circola una idea: digerire una riduzione di 1-1,5 miliardi dal fondo sanitario nazionale. Visto che lo strumento dei costi standard sta dando frutti significativi nel controllo della spesa sanitaria, è su quel fronte che si potrebbe accettare un sacrificio per limare, dall’altra parte, i tagli da 4 miliardi. «Che si aggiungono - ha spiegato Zingaretti - a quelli dei due precedenti governi. Teniamo conto però che ancora stiamo lavorando su cifre non certe». Ieri si è svolto il vertice tra gli assessori regionali al Bilancio a cui, tra gli altri, hanno partecipato la laziale Alessandra Sartore, e il lombardo, Massimo Garavaglia (che da coordinatore del gruppo sta preparando nei dettagli la controproposta da presentare al Governo). Lui stesso ieri ha messo in fila alcune cifre, ricordando che le Regioni rischiano anche di perdere 500 milioni di euro di fondi comunitari: «Il taglio alle regioni sale a 7 miliardi e 250 milioni, ovvero i 4 miliardi della manovra Renzi dal 2015; 1,8 delle manovre Letta e Monti; 450 milioni minor gettito Irap della manovra Renzi e infine questi 500 milioni di tagli di cofinanziamenti per i fondi comunitari. L'effetto purtroppo sarà la perdita di fondi comunitari». Zingaretti ha anche compreso che la linea della protesta a testa bassa contro i tagli di Renzi non paga: dall’opinione pubblica, tra casi Fiorito e vitalizi, le Regioni vengono viste come regni di sprechi e spese folli. Così anche lui ha dovuto ammettere: «Qui nel Lazio in passato abbiamo avuto molto da farci perdonare, ma ora le cose stanno cambiando, in un biennio abbiamo messo in campo una spending review da un miliardo di euro». Sono state tagliate le partecipate e le poltrone dei cda, che nel Lazio rappresentavano un groviglio costoso e inestricabile. «Ora stiamo andando a incidere su tutti gli sprechi negli ospedali - ha raccontato - senza colpire i servizi. Abbiamo scoperto che nei reparti, ad esempio, c’era chi si appropriava dei farmaci antitumorali e poi se li rivendeva». E’ un caso limite che riguarda l’Umberto I, di cui si sta occupando la procura: il Lazio sta organizzando il magazzino digitale centralizzato, che distribuisce nelle corsie farmaci monodose «tracciabili». Ma lo spettro vero si chiama addizionale Irpef: il Lazio, per pagare i debiti alle imprese, ha applicato il decreto 35 del 2013 che però chiedeva l’innalzamento dell’aliquota. Sul bilancio c’è scritto che l’addizionale regionale sarà aumentata di un altro punto nel 2015, fino al 3,33 per cento. Zingaretti era convinto di poter cancellare questa misura grazie alla razionalizzazione della spesa. Rischia invece di restare nero su bianco a causa dei tagli della manovra. Anche per questo, con Chiamparino che è presidente della Conferenza delle Regioni, sta seguendo con grande attenzione la mediazione con il governo.

www.filtabruzzo.it ~ cgil@filtabruzzo.it