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Pescara, 24/11/2024
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Data: 31/10/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Fiom, sciopero generale. Alfano: «Questo governo non picchia gli operai». I sindacati a palazzo Chigi. Camusso a Renzi: giù i manganelli

ROMA Non c’era alcun atteggiamento duro precostituito, «la libertà di manifestare è sacra». E presto ci sarà un tavolo permanente di confronto tra il Viminale e i sindacati «per affrontare le modalità di governance delle manifestazioni». Il ministro dell’Interno Angelino Alfano prova a gettare acqua sul fuoco. Ma le polemiche restano nell’aria: Sel e M5S hanno annunciato che la prossima settimana presenteranno sia alla Camera che al Senato una mozione di sfiducia.
Il resoconto degli scontri con gli operai dell’Ast di Terni è stata una ricostruzione dettagliata dei fatti. Peccato che ad ascoltare «l’informativa urgente» del ministro alla Camera ci siano stati meno di 100 deputati. «Ho scelto di venire qui e dichiarare che è stato un brutto giorno per tutti», ha scelto i toni pacati Alfano. A scatenare la reazione violenta degli agenti è stata, secondo il ministro, la richiesta della Fiom di «autorizzare un corteo verso il ministero dello Sviluppo economico, richiesta che non è stata accolta perché presso il ministero erano in corso analoghe iniziative sindacali e c’erano difficoltà logistiche e di gestione dell’ordine pubblico».
Alfano, preso di mira più di una volta dai 5 Stelle (e difeso da Brunetta), ha ricordato che dall’insediamento del governo si sono svolte 5934 manifestazioni di rilievo e «circa la metà di queste ha avuto un esito tranquillo». Come dire che se il governo avesse voluto avere e dare alle forze di polizia «una linea di estrema solidarietà» avrebbe avuto «5.934 ragioni per farlo». Il ministro teme che la crisi diventi la scintilla «per pericolose derive», teme che ci saranno «settimane difficili» e invita la politica a «non cavalcare le tensioni». Alfano ha espresso la sua «personale solidarietà» ai lavoratori dell’Ast e agenti di polizia feriti». Le parole del ministro non convincono però la leader della Cgil Susanna Camusso convinta che gli incidenti non siano scoppiati per caso: «Ho incontrato gli operai dimessi e tutti e due dicono la stessa cosa: c’è stato un ordine preciso».
TESTA DURA

Autunno caldo? Renzi mette le mani avanti. Annuncia che farà «verifiche su quanto accaduto in piazza» e fa sapere che non consentirà strumentalizzazioni, «la vertenza va separata dal confronto politico». Il disagio è crescente. Il caso degli operai di Terni rischia di essere l’inizio di una stagione difficile. Arturo Scotto, presidente dei deputati di Sel presentando la mozione di sfiducia con il portavoce M5S Andrea Cecconi ha attaccato a fondo il Viminale. Parole durissime: «Alfano è un ministro dall’incapacità manifesta che si lascia scappare le persone dalle mani, è successo con la Shalabayeva e con Marcello Dell’Utri, torni a fare l’avvocato del Cav».
I sindacati sono stati ricevuti ieri a Palazzo Chigi. Si va verso uno sciopero generale di 8 ore a novembre. Il ministro Guidi ha convocato il tavolo per il prossimo 6 novembre. Il responsabile siderurgia della Fiom Cgil, Rosario Rappa, è arrivato all’incontro con il cerotto in testa e ha scherzato con Renzi: «Non si preoccupi presidente, abbiamo la testa dura».

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