CHIETI Buracchio e Di Primio in piedi con il primo che sembra inchinarsi. In mezzo cè Mauro Febbo, braccia conserte e sguardo in basso di chi medita vendette. Mai una fotografia (che pubblichiamo a sinistra) è riuscita a sintetizzare meglio, e per caso, il momento politico del centrodestra teatino. Andrea Buracchio, l’ex sindaco inciampato, 21 anni fa, nelle maglie della tangentopoli teatina, decide di salvare il sindaco, Umberto Di Primio, dalle “primarie-onta”, e di sfidare la pazienza di Forza Italia che, a questo punto della partita, non può permettersi una figuraccia né intende correre alcun rischio alle elezioni comunali di primavera. Così i pezzi da 90 della coalizione, Febbo e Fabrizio Di Stefano, porteranno il caso-Buracchio al tavolo regionale dove, udite udite, a dover spingere l’alleato salva Di Primio alla resipiscenza, facendolo tornare sui suo passi, sarà il sub commissario dell’Udc, ovvero Enrico Di Giuseppantonio, che così riappare alla ribalta politica teatina. Ce la farà a convincere Buracchio? L’ex sindaco di Chieti ed ex figlioccio della Nenna D’Antonio, in un’epoca che ora sembra preistoria, ieri sera, al tavolo del centrodestra, ha scelto d’appoggiare Di Primio e l’Ncd. Quindi ha detto no alle primarie volute da Forza Italia che minaccia, a questo punto, di correre da sola. Ma lo spettro di Pescara, cioè la sconfitta del centrodestra dopo la spaccatura tra Testa e Mascia, fa paura anche ai pezzi grossi della coalizione di Chieti che però guardano anche a Sud, verso Reggio Calabria, dove il patto Ncd-Udc ha portato tanta sfortuna al centrodestra.