TERAMO Asl e Regione facciano presto ad assumere altro personale. E’ la sintesi della conferenza stampa tenuta ieri dalla Cgil Funzione pubblica che sottolinea come la Asl di Teramo sia quella che in Abruzzo ha la maggiore carenza di personale. «La Asl di Teramo è quella che in questi anni ha pagato di più sotto questo punto di vista», osserva Amedeo Marcattili, segretario della Fp Cgil di Teramo, «si pensi che quella di Teramo ha 950 posti letto, quella di Pescara 150 di meno, ma i dipendenti e il numero di prestazioni sono gli stessi. E a Pescara non hanno certo un eccesso di personale, anzi». SESSANTA ASSUNZIONI. Le strutture sanitarie teramane soffrono non poco la carenza. «Il governatore Luciano D’Alfonso», aggiunge il sindacalista, «ha da due settimane sulla sua scrivania la richiesta arrivatagli dalla Asl di Teramo per assumere 60 infermieri, attingendo dalla graduatoria già esistente, ma ancora non firma. La politica degli annunci senza i fatti non porta a niente». I soldi, peraltro, ci sono e di questi tempi non è poca cosa. «Ci sono 2 milioni 600mila euro per le assunzioni», incalza Nunzio Algenj, «bisogna trovare il modo di evitare tutti i passaggi in Regione per una Asl virtuosa come quella di Teramo che, ricordiamolo, con più di 20 milioni di risparmio ha contribuito non poco al ripiano dei conti della Regione. Tutto questo ha avuto un costo, con ripercussioni su personale e mancato rinnovo delle attrezzature. E ora i ritardi si ripercuotono ancora sul personale, che salta turni di riposo e deve fare molti straordinari. Accade in diversi reparti, uno per tutti quella di medicina a Teramo». «La disponibilità economica di cui gode la Asl non scende dal cielo, ma è frutto di risparmi su personale, beni e servizi, attrezzature», aggiunge Delo Tosi, «e ai sacrifici dello stesso personale e dei cittadini. Occorre al più presto impegnare questi soldi per colmare la carenza di personale e di attrezzature, evitando il ricorso a straordinari selvaggi e ad agenzie interinali». «GLI ERRORI DEL PASSATO». I sindacalisti parlano di una serie di errori di cui ancora oggi si pagano le conseguenze. In primis Marcattili sottolinea che le 429 assunzioni di cui si è parlato qualche mese fa «erano annunci elettorali: purtroppo non sono vere, era solo la pianta organica approvata in Regione. Non ci sono i soldi per assumere tutte quelle persone». Proprio per questo con l’allora direttore generale Paolo Rolleri «ci eravamo accordati per aprire un tavolo di concertazione per stabilire le priorità prima di fare i bandi di mobilità e concorsi». «Però ad agosto, quando tutti sono in ferie», precisa Carmine Ranieri, segretario regionale della Fp Cgil, «la Asl di Teramo ha fatto bandi che nei fatti mandano a casa precari che lavorano qui da anni e si potrebbero stabilizzare». «Camillo Antelli (il direttore sanitario della Asl, ndr) ha infatti pubblicato il bando per la mobilità per 200 unità di varie figure professionali senza dirci niente. Ad esempio, vi ha inserito 13 fisioterapisti: alla Asl ce ne sono 13 che lavorano come precari da anni e che potevano essere stabilizzati: con questo passo vanno tutti i casa. E non è l’unico caso, ci sono anche i logopedisti. Noi abbiamo chiesto al nuovo manager Roberto Fagnano di ritirare i bandi e abbiamo chiesto discontinuità anche nella scelta dei suoi collaboratori» attacca Marcattili. I sindacalisti criticano anche la decisione di utilizzare un’agenzia interinale «per scegliere diverse figure, fra cui operatori socio sanitari (Oss) e centralinisti, senza dare alcuna sicurezza per il futuro a questi lavoratori, non avendo alcun rapporto con la Asl. E ora i nodi vengono al pettine», fa rilevare Algenj. Il riferimento è al personale alle dipendenze di Etjca che sta lasciando il posto a coloro che hanno vinto un avviso pubblico per Oss e che sono entrati in servizio dal 1° ottobre. PROTOCOLLO EBOLA. Accanto alla questione-assunzioni, nella conferenza stampa della Fp Cgil si è parlato anche dell’applicazione delle misure per gestire l’emergenza ebola. «C’è un grave ritardo», fa notare Delo Tosi, che è rappresentante Fp Cgil ad Atri, «nella distribuzione dei dispositivi di protezione ai pronto soccorso e ai reparti, perlomeno negli ospedali periferici. E c’è una completa mancanza di corsi di aggiornamento: è estremamente importante tenerli al più presto, per far sì che tutto il personale conosca i rischi del virus e come si usino correttamente i dispositivi individuali. Altrimenti può succedere come accaduto negli Usa»