CHIETI Il poker non si gioca in tre ma se accade in politica, e uno dei tre tenta il bluff di parola, la partita è annullata e riparte da capo. Succede nel centrodestra dove, nello stretto giro di 12 ore, il sindaco, Umberto Di Primio, dà le carte e s’aggiudica la prima mano. Dichiara di avere un poker d’assi, buono per vincere la partita finale di primavera, convince così l’ex sindaco, Andrea Buracchio, che l’alleanza Ncd-Udc è la scelta vincente e sfida il terzo giocatore, Mauro Febbo. Che però non vuole perdere neppure la prima mano. Figuriamoci le elezioni di maggio e soprattutto l’autorevolezza del leader, cioè la faccia. Quindi non perde tempo e chiede subito a Di Primio di mostrargli quel poker vantato al tavolo del centrodestra. Il sindaco deve farlo. E il bluff di parola si scopre subito: ha solo una modesta doppia coppia. Metafore a parte, nel centrodestra si riapre la partita delle primarie. Tutto è accaduto nel giro di poche ore, quelle che separano l’incontro in Comune di giovedì sera e il faccia a faccia di ieri mattina. Il primo era terminato con il no alle primarie, e a Forza Italia, di Buracchio, alleato di peso, che aveva sposato la linea del sindaco uscente da ricandidare senza se e senza ma. A convincerlo sono state le parole rassicuranti di Di Primio sulla compattezza del suo centrodestra, che invece ha perso pezzi per strada, e la consistenza delle forze che può schierare, tra liste civiche e trasmigratori da riportare all’ovile. Ma Febbo ha storto il naso. Il poker d’assi vantato dal primo cittadino non ha convinto Forza Italia di Fabrizio Di Stefano che ieri ha chiesto una verifica-lampo. L’incontro bis è avvenuto in Comune in un’ora che s’addice ad una citazione: mezzogiorno di fuoco. Finisce con Buracchio che esce a braccetto con Febbo mentre Di Primio, stanato, dichiara: «Io sono certo di essere candidato ma non so se ci sarà una candidatura bis. Stiamo pianificando il futuro politico della coalizione di centrodestra che deve recuperare una parte dell’elettorato perso per strada». Che tradotto in termini facili significa che Forza Italia ha ripreso in mano le redini dell’Udc di Buracchio ma Di Primio vuole candidarsi comunque. Quindi esclude una sfida testa a testa con Febbo anche se confessa di non avere alcun poker d’assi da calare. Tirando le somme: la seconda mano va a Forza Italia. Febbo torna in testa e rilancia la partita delle primarie che rincolli il centrodestra. Purché non si rivelino primarie solo di facciata con Di Primio e... un due di coppe.