Il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla lunga battaglia legale che da oltre 3 anni ha congelato l’utilizzo degli 8,3 milioni di euro stanziati nel lontano settembre 2011 dal dipartimento per le Politiche della famiglia della presidenza del Consiglio dei ministri ai tempi rappresentato dal sottosegretario Carlo Giovanardi, bocciando l’appello del Comune dell’Aquila, che aveva lamentato irregolarità nel bando e conseguente esclusione di quatto progetti presentati dal capoluogo.
L’organo di secondo grado della giustizia amministrativa conferma la sentenza del Tribunale amministrativo regionale dell’aprile 2012, che aveva già rigettato un ricorso del Comune. I fondi ora potranno essere sbloccati per l’attivazione servizi socio-educativi per la prima infanzia, e soprattutto per realizzare residenze per anziani e strutture per nuclei monoparentali madre-bambino, finanziando i progetti presentato dai Comuni di Bugnara e Cucullo, e quelli di Cagnano Amiterno, Capitignano, Campotosto, Monterale, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio e Ovindoli, Capestrano, Villa Santa Lucia degli Abruzzi, Acciano, Barisciano, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Fagnano Alto, Ocre, Poggio Picenze, Tione degli Abruzzi e Tornimparte. Dei 12 milioni complessivi dei cosiddetti «fondi Giovanardi», 3,9 sono stati già utilizzati nel capoluogo per la ristrutturazione della residenza alberghiera socio sanitaria per anziani ex Onpi. Intorno alla vicenda si scatenarono scontri politici tra il sindaco, Massimo Cialente, e l’attuale senatrice e allora assessore comunale al Sociale Stefania Pezzopane da una parte e il sottosegretario Giovanardi, l’ex commissario alla ricostruzione, Gianni Chiodi, e l’allora responsabile della segreteria del commissario Antonio Morgante dall’altra. Quest’ultimo ha fatto parte della commissione che ha aggiudicato i fondi.
Scendendo nel dettaglio, nell’appello al Consiglio di Stato, i legali del Comune Domenico De Nardis e Antonio Orsini avevano contestato che la fase di pre istruttoria affidata a funzionari del Dipartimento Politiche per la Famiglia fosse «illegittima». E che, «a fronte della complessità delle valutazioni da rendere, attinenti a 32 progetti», la commissione avesse operato «in termini particolarmente brevi, due sedute protrattesi complessivamente per otto ore». «Il Consiglio di Stato - commenta Morgante - ha dimostrato la pretestuosità dei motivi in base ai quali il Comune dell’Aquila ha fatto ricorso. Resta l’amarezza di constatare che dalla data di approvazione del decreto sono passati 3 anni con un nulla di fatto, a favore delle fasce deboli della popolazione, a cui questi fondi sono destinati». Su una parte di tali fondi è in corso un processo per tentata truffa che vede imputati Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavaliere. I procedimenti amministrativi non hanno però nulla a che vedere con questa vicenda giudiziaria.