Raggiungere la piena operatività del porto in mille giorni affinché il bacino diventi un'infrastruttura in grado di assicurare lo sviluppo della Regione: è stato il tema al centro della presentazione del libro «Il porto d'Abruzzo in mille giorni» curato da Euclide Di Pretoro e Antonio Nervegna che compongono lo staff del sindaco Vincenzo d'Ottavio in materia portuale. «Occorre dare alla portualità abruzzese una governance capace di unificare le esigenze e le aspirazioni dei territori- spiega Di Pretoro- Ortona porto commerciale per le navi traghetto merci e passeggeri, Vasto per il trasporto di merci in container, Pescara turistico e passeggeri e Giulianova porto peschereccio». Il porto di Ortona, per i due autori, può essere l'ossatura del sistema logistico abruzzese con un ruolo importante nel trasporto marittimo a corto raggio verso i Balcani, il medio oriente e il sud mediterraneo, ma occorre predisporre i fondali, un retroporto con aree di stoccaggio e di smistamento, collegamenti veloci con le autostrade, rendere efficienti i raccordi ferroviari, organizzare i servizi per la sicurezza, semplificare le operazioni doganali e dotarsi di sistemi informatici per velocizzare le operazioni a terra. «I due assi su quali il porto di Ortona deve svilupparsi- aggiunge Nervegna- sono quello tirreno- adriatico, tramite una federazione tra i porti abruzzesi, laziali e con l'autorità portuale di Civitavecchia e sui mercati dell'est come Spalato, Ploce, Durazzo e Igoumenitsa». Dal 2005 ad oggi il traffico navale è cresciuto di poco stabilizzandosi su circa un milione e mezzo di tonnellate da un milione e 350 mila che era nel 2005. Il maggiore quantitativo delle merci movimentate al porto è dato dal deposito Eni con lo scarico di gasolio, 468 mila e 159 tonnellate, e benzina, 106 mila 974 tonnellate. Nella categoria delle merci secche sbarcate i numeri maggiori sono dati dal sale e cemento che superano le 80 mila tonnellate ciascuno Nell'imbarco primeggiano le ecoballe con 12 mila tonnellate e i tubi con 10 mila 550.