MILANO Non sarà una giornata facile quella di Matteo Renzi a Brescia. C’era già venuto due mesi fa per inaugurare uno stabilimento, e tutto era filato liscio. Poi è arrivato il jobs act e il clima intorno a lui è mutato. Oggi, per il suo ritorno in città, si sono mobilitati la Fiom e i centri sociali, i sindacati del pubblico impiego e i patronati delle Acli. E non per accoglierlo fraternamente. Cortei, assemblee pubbliche, presidi, con conseguente dispiegamento di forze da parte di carabinieri e polizia, sperando che non accada quel che è accaduto pochi giorni fa a Roma.
La Fiom bresciana, oltre a portare avanti la sua campagna contro la riforma del lavoro, è indispettita per il fatto che il premier abbia accettato l’invito della Palazzoli, azienda del ramo elettrico.
VIETATE LE ASSEMBLEE FIOM
Il segretario locale dei metalmeccanici Cgil ha pure scritto una lettera a Renzi invitandolo a disertare l’incontro ricordando che la Palazzoli è una di quelle aziende che impedisce ai delegati della Fiom di convocare assemblee all’interno dello stabilimento. «Fra i suoi compiti» è scritto nella lettera «c’è l’impegno di tenere insieme le diverse istanze e le diverse opinioni. Accadrebbe l’opposto se lei si recasse alla Palazzoli».
Renzi in mattinata parteciperà all’assemblea degli industriali bresciani - convocata proprio negli stabilimenti della Palazzoli - dove incontrerà anche il presidente di Confindustria Squinzi. Quindi visiterà altre due fabbriche all’interno delle quali, stando al programma ufficiale, è previsto anche un incontro con gli operai, ammesso che gli operai in questione non siano in strada a manifestare insieme con i loro colleghi di altri stabilimenti visto che la Fiom sfilerà in corteo dal centro città fino ai cancelli dell’azienda che ospita l’assemblea di Assindustria.
«BENVENUTO RENZI»
Un altro corteo, con la stessa meta, è stato organizzato dai centri sociali i quali hanno già riempito i muri di Brescia con ironici «benevenuto Renzi». Sempre da quelle parti, all’ora in cui è previsto l’arrivo del presidente del consiglio, i sindacati del Pubblico Impiego allestiranno un presidio per protestare contro il blocco dei contratti e i tagli ai Ministeri. Un altro presidio avrà per protagonisti gli iscritti alle Acli che contestano il taglio di 180 milioni ai servizi di patronato.