«Roma deve tornare alla sua antica grandezza», parola di Alfio Marchini eletto sindaco della Capitale, almeno nel grande sondaggio de Il Tempo. Marchini punta alla carica di primo cittadino per chiamare a raccolta le menti migliori, con un criterio rigidamente meritocratico. E per rilanciare la Città Eterna si deve poter prevedere anche uno «sforamento» il patto di stabilità calato dall’alto dall’esecutivo. Per quello che riguarda la viabilità Marchini vuole una grande opera di manutenzione, perché quello che c’è è funzionale, ma va migliorato.
Ingegnere Alfio Marchini, nel sondaggio de Il Tempo sul sindaco preferito lei è risultato il più votato, che ne pensa e tornerà a candidarsi?
«Certamente. Roma deve tornare alla sua antica grandezza imperiale. Siamo un popolo antico e come romano sono fiero di esserlo. La nostra memoria collettiva sa di grandezza e a quella dobbiamo attingere. Gli imperatori cooptavano al potere i migliori non i parenti o i raccomandati. Abbiamo inventato noi la meritocrazia! Ripartiamo da lì».
Come?
«Chiamando a raccolta le migliori energie e competenze di questa città. Chi in passato sia da destra che da sinistra ha avuto la presunzione della autosufficienza ha fallito. Ritorneremo ad essere i più grandi innovatori sociali al mondo e dimostreremo come garantire benessere, giustizia sociale, lavoro e sicurezza anche nelle grandi metropoli del nuovo secolo».
Quali sono, in questo momento, le prime emergenze della Capitale?
«Lavoro, sicurezza e trasporti».
Lavoro?
«Senza ripresa economica i conti non saranno mai in ordine. Con queste politiche ragionieristiche il debito aumenta, i consumi si contraggono, cresce la disoccupazione e le aziende continuano a chiudere. Stiamo comprando tempo per ritardare il fallimento. A questa follia dico no. Bisogna abbassare le tasse e fare ripartire gli investimenti anche sforando il patto di stabilità imposto dal governo».
Sicurezza?
«Innanzi tutto pretendere la certezza della pena e l’espulsione dal nostro territorio di coloro i quali non rispettano le regole condivise. Oggi con le tecnologie moderne si può sapere bene chi delinque, come e dove. Basta buonismo. Chi chiede a Roma di essere accogliente deve prima garantire il rispetto e la sicurezza della nostra comunità».
Quale sarebbe la sua politica in materia di viabilità e urbanistica?
«Ciò che dissi in campagna elettorale: Roma ha bisogno di una grande opera di manutenzione. Miglioriamo ciò che già esiste. Questo ci chiedono i romani».
I trasporti?
«Aumentare le corsie preferenziali e tram di superficie e va potenziato il servizio pubblico anche nelle periferie alleggerendo così il flusso verso il centro. Il tutto senza grandi investimenti».
Quali dovrebbero essere le linee guida per la gestione del Campidoglio e delle aziende collegate?
«Unica centrale acquisti e definire missione e target precisi. Taglio consulenze e riconversione del personale. Da ingegnere è la parte che meno mi preoccupa».
Come interverrebbe sulla burocrazia?
«Voglio una Roma dove ritorni l’orgoglio di indossare una divisa sia quella di un vigile o di un dipendente pubblico. Riorganizzeremo la macchina amministrativa con ruoli, funzioni e responsabilità precise. Nessuno avrà più alibi e sono sicuro che sapranno riconquistare il rispetto dei romani. Il tempo degli imboscati è finito».
Tanti romani si lamentano per le multe, giusto o sbagliato?
«A Marino dico: se vuoi che le regole siano rispettate, prima garantisci i diritti dei romani come nel caso del giovane che si è comprato con i propri risparmi una piccola officina in centro per riparare i motorini ed oggi si trova senza lavoro. I romani non si divertono a passare la loro vita in macchina. Con mezzi pubblici efficienti sarebbero ben lieti di risparmiare tempo e denaro».