Abbonamenti più costosi e più ore alla guida per gli autisti: queste le novità più indigeste del piano industriale 2015-2019 presentato questa mattina dall’amministratore delegato di Atac, Danilo Broggi, alla comissione capitolina Mobilità
Il progetto si divide in due fasi. La prima, fino al 2016, sarà dedicata al risanamento e coinciderà con il piano di rientro del Campidoglio. Nel 2016, poi, Atac dovrebbe essere in totale equilibrio economico-finanziario. Da qui la seconda fase fino al 2019 per consolidare e sviluppare.
Come già annunciato, dal 1 gennaio 2015, gli abbonamenti per metro e bus della capitale saranno più cari. La manovra tariffaria porterà a 280 euro il costo dell’abbonamento annuale (rispetto ai 250 di oggi) e a 38,5 euro quello mensile, anzichè 35.
“Nonostante questi aumenti – ha però commentato l’ad Broggi – il mensile che viene pagato per il trasporto pubblico romano è fra i più bassi tra quelli d’Italia mentre quello annuale è in assoluto il più basso. Le tariffe degli abbonamenti non saranno poi ritoccate all’insù fino al 2019″.
Tra i punti più importanti anche la riorganizzazione dei servizi del trasporto pubblico locale – dagli orari degli autisti bus ai turni dei macchinisti metro – il potenziamento delle infrastrutture già esistenti, la capillarità dell’azione di presidio del territorio per combattere il fenomeno dell’evasione. Ma anche lo sviluppo della vendita online e dell’e-ticketing e la digitalizzazione di alcuni processi aziendali.
“Per gli autisti Atac abbiamo previsto nel nostro piano industriale un aumento dell’orario di guida da 32 a 36 ore settimanali” ha fatto sapere il numero uno di Atac, Broggi. “Non stiamo chiedendo qualcosa in più, ma l’applicazione del contratto nazionale. Questo porterà a un incremento del 12,5%”.
“Vanno aboliti i turni degli attivisti sindacali e ridefiniti i criteri e le quantità di riconoscimento dei permessi e dei distacchi giornalieri. Abbiamo quasi 300 tra attivisti sindacali e Rsu che godono di permessi. Mi sembra un numero eccessivo”, ha aggiunto.
Un altro importante capitolo è dedicato alla lotta contro l’evasione. “Il presidio del territorio costituisce lo strumento primario per la lotta all’evasione tariffaria- ha spiegato l’amministratore delegato di Atac- Oggi per quanto riguarda i bus, il tasso di evasione è del 15%”. L’Atac ha già “aumentato di 85 unità il numero di addetti al controllo con una campagna mirata, prima mettendo sotto controllo i tornelli delle metropolitane, poi aggredendo alcune linee a maggiore intensità”.
Il primo step di intervento, ha annunciato, “è la costituzione dal 2015 di una centrale unica, in cui attraverso un’azione di polifunzionalità, potremo destinare fino a 400 addetti, finora impegnati in altre funzioni, alla lotta all’evasione. Così saremo in grado di quadruplicare il numero delle corse sotto controllo”.