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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/11/2014
Testata giornalistica: Il Secolo XIX
La crisi del tpl (1) - Amt Genova, gli autisti fanno causa all’azienda. Il Sindaco Doria «Il Comune non ha più soldi. La disdetta dei contratti integrativi è, pertanto, un atto responsabile e dovuto»

Genova - «Il Comune non ha più soldi. La disdetta dei contratti integrativi è, pertanto, un atto responsabile e dovuto». Con queste parole ieri pomeriggio Marco Doria ha aperto la riunione di maggioranza convocata a Tursi sul caso del taglio salariale prospettato a partire da febbraio ai dipendenti dell’azienda di trasporto Amt. Dipendenti che ieri sera si sono riuniti alla sala chiamata del porto (almeno 250 i presenti) per decidere il da farsi dopo la comunicazione della disdetta, inviata qualche giorno fa ai sindacati via e-mail e raccomandata dal presidente dell’azienda Livio Ravera.

La prima contromossa dei lavoratori è la conferma delle procedure che dovrebbero portare a un primo sciopero dei bus a metà del mese di novembre. La seconda, in un certo senso inedita perché mai adottata a Genova, sarà quella di incaricare un legale di fiducia di imbastire centinaia di cause contro la scelta firmata dalla direzione di Amt e “benedetta” dal sindaco.

I sindacati di Amt (Faisa Cisal, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Ugl Trasporti) ieri sera, hanno illustrato la situazione all’assemblea dei colleghi, poi hanno proposto il ricorso collettivo al tribunale sottoforma di azione volontaria da firmare con apposito modulo (verranno distribuiti nelle rimesse nei prossimi giorni). Al centro dell’ennesima vertenza sindacale di Amt ballano, ovviamente, risorse economiche da reperire e conquiste storiche da difendere. Azienda e Comune sono determinati a recuperare una cifra compresa tra gli 8 e i 9 milioni di euro, necessaria nel 2015 per evitare il fallimento.

Gli stipendi, in Amt, costano 105 milioni di euro l’anno, ed è dalla riduzione della spesa sotto questa voce che l’amministrazione intende ricavare la cifra mancante. Per intavolare il discorso, però, si è scelto di scendere immediatamente su una linea durissima: l’interruzione, a partire dal primo giorno del febbraio 2015, degli integrativi aziendali, equivalenti in media a un terzo degli stipendi percepiti oggi dai dipendenti di Amt.

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