PESCARA No all’aut aut: corso Vittorio Emanuele aperto o corso Vittorio Emanuele chiuso al traffico; e sì invece a un tavolo tecnico che riconsideri tutto il piano traffico cittadino. Senza per questo chiudere ad un eventuale no alla riapertura alle auto, se fosse questo il verdetto di un possibile referendum (consultivo). Insomma, dal vertice che si è tenuto, ieri pomeriggio, in Comune tra il sindaco Marco Alessandrini, Guido Cerolini Forlini e Salvatore Di Pino, rispettivamente coordinatore e vice coordinatore cittadino di Forza Italia, è uscito fuori che, prima di un referendum secco su corso Vittorio, sarebbe auspicabile la possibilità di mettere mano a tutta la viabilità. Ma non solo. Sulla querelle di corso Vittorio aperto o chiuso ai veicoli, sempre ieri pomeriggio, sono arrivati anche i primi dati relativi al questionario che la Confesercenti ha distribuito a circa 250 commercianti del centro cittadino. Ebbene, le proiezioni (finora sono solo 150 i questionari “scrutinati”) dicono che il 65% dei titolari dei locali sarebbe favorevole alla riapertura al traffico, e il 35 contrario (con il 35% di questi favorevole però al passaggio dei mezzi pubblici), e che, in media, una percentuale di commercianti tra il 50 e il 70%, come dato generale, sarebbe propensa alla chiusura al traffico automobilistico solo nei fine settimana. «Ma quest’ultimo è un dato», ha osservato il direttore di Confesercenti, Gianni Taucci, «il quale evidenzia che, se ci fosse un piano traffico serio, che garantisse sempre l’arrivo in città delle macchine, con un flusso, seppur confusionario, paragonabile a quello dei fine settimana, i commercianti sarebbero favorevoli alla chiusura al traffico anche per gli altri giorni della settimana». Giornata cruciale, dunque, quella di ieri per il Corso della discordia, per il quale è già in agenda un consiglio comunale straordinario, il 13 novembre, e anche la riapertura al traffico, che potrebbe avvenire il 20 novembre. Il summit in municipio ha lasciati soddisfatti i partecipanti. A partire dal numero uno di Forza Italia in città, che ha definito la proposta del sindaco di mettere sotto la lente tutta la città, «accettabile. «Noi il 6 ottobre scorso avevamo fatta la richiesta per il referendum», ha spiegato Cerolini, «e poi il 25 ottobre scorso, il giorno della manifestazione contro la riapertura del Corso, abbiamo consegnato le firme raccolte tra i cittadini. E oggi (ieri, ndr) siamo venuti qui dal sindaco per discutere di un possibile referendum e l’opzione dell’apertura di un tavolo su un piano traffico generale ci trova concordi». Una decisione che ora, però, dovrà passare al vaglio della direzione cittadina del partito. «Porteremo la questione al consiglio direttivo», ha aggiunto Di Pino, «e decideremo. Certo, evitando il referendum, si risparmierebbero più di centomila euro», ha fatto notare il numero due degli azzurri pescaresi. «Prima del referendum», è stata invece la chiosa del sindaco, «sarebbe meglio apparecchiare la tavola, cioè preparare un progetto ampio che coinvolga tutti i portatori di interesse della città. Penso alle associazioni dei ciclisti e ad altre». E nel caso ci fosse un referendum, e con un esito favorevole alla chiusura al traffico, «l’amministrazione», ha assicurato il sindaco, «ne prenderebbe atto». Un endorsement del tavolo tecnico è arrivato anche da Guerino Testa, consigliere comunale e provinciale di Ncd, il quale però si è chiesto il perché Alessandrini abbia deciso la riapertura del Corso per il 20 novembre, prima dello svolgimento del consiglio comunale straordinario. «Ma allora», si è domandato retoricamente Testa, «il Consiglio a cosa servirà?». Per tornare ai dati parziali del questionario della Confesercenti, nel dettaglio l’unica strada dei commerciati consultati favorevole alla chiusura del Corso è stata via Trento (67% contro il 33). Speculare il risultato in via Milano e corso Umberto (67% per la riapertura e il 33% no), e poi via Roma (80% per la riapertura e il 20% no), via Firenze (60% e 40%) e infine corso Vittorio.