PESCARA Insomma, con la legge di stabilità le cose andranno meglio per la ricostruzione dell’Aquila e del cratere, che finalmente otterrà fondi, ma il resto della regione potrebbe venire penalizzato, almeno stando a quanto rivela lo studio pubblicato ieri dal quotidiano economico Il Sole 24 Ore, uno studio realizzato in collaborazione con il Centro studio ReAl Sintesi. La riforma e i tagli ai Comuni puniranno, da quanto è possibile ricavare dallo studio, principalmente le città del Centro-sud (ad essere prese in esame sono le città capoluogo di provincia).
L’AQUILA NON C’E’
Manca il dato dell’Aquila, non disponibile per i ricercatori del Sole 24 Ore-ReAl Sintesi, ma per le altre tre città abruzzesi c’è poco da stare allegri. Nella classifica delle città più penalizzate Pescara è al decimo posto in Italia (dietro la non felice capolista Reggio Calabria, e poi MIlano, Cosenza, Lecce, Roma, Napoli, Catania, Salerno e Prato), Chieti al quattordicesimo e Teramo un po’ più giù, al ventiquattresimo. Insomma, tutte e tre le città capoluogo di provincia sono collocate nella parte alta di questa classifica. Cinque i dati presi in esame: il primo riguarda i tagli aggiuntivi in arrivo dal 2015 per effetto della legge di stabilità e da quel che resta della spending review; il secondo l’obbligo di accantonamento nel fondo crediti; il terzo l’effetto riduzione del patto di stabilità; il quarto è il saldo; l’ultimo dato riguarda il saldo per abitante, vale a dire quanto le novità incideranno sulle tasche del singolo cittadino.
Dunque il Comune di Pescara avrà tagli aggiuntivi per tre milioni 48.963 euro, l’obbligo di accantonamento parla di -10.921.749, l’effetto riduzione è di 6.581.779 euro, e il saldo è di -7.388.933 euro che si traduce in -60 euro per abitante. A Chieti va leggermente meglio: -1.434.505 per quel che riguarda i tagli aggiuntivi, -4.705.779 per l’obbligo di accantonamento, 3.581.708 è la cifra dell’effetto riduzione, -2.658.576 il saldo che portato sui cittadini diventa -49 euro pro capite. Teramo sconta tagli aggiuntivi per 1.130.080, il dato dell’obbigo di accantonamento è di -2.118.692 euro, quello dell’effetto riduzione svela 2.214.203, il saldo è di -1.034.568 vale a dire -19 euro per abitante.
PREMIATO IL NORD
La rivoluzione nella finanza locale, alla fine, premierà Nord e Centro-nord: meglio di tutti Siena con 61 euro in più ad abitante (3.280.496 il saldo per Comune), poi Pavia con 44 (3.103.896), Bologna con 42 (15.823.717).