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Pescara, 24/11/2024
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05/11/2014
Il Centro
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Centro turistico, addetti senza stipendio. Durissimi i sindacati: gestione aziendale poco oculata che porta al fallimento, invitiamo i vertici a dimettersi subito |
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L'AQUILA. «Prima dell'asta del 26 novembre, convocherò un tavolo con aziende e sindacati». L'impegno, che riguarda la vertenza dell'ex Otefal, è stato preso dal vicepresidente della Regione Giovanni Lolli durante un incontro con le organizzazioni sindacali. Il curatore fallimentare Omero Martella ha fissato la quarta asta per la vendita dello stabilimento di Bazzano: oltre agli spagnoli, che hanno illustrato un progetto al sindaco, ci sono anche altre aziende interessate a rilevare il sito: «Ben vengano il confronto e la chiarezza», dice Alfredo Fegatelli della Fiom,«visto che il nostro obiettivo è salvaguardare i 172 lavoratori in mobilità, la cui ricollocazione non è finora prevista nella procedura fallimentare». I sindacati, comunque, sollecitano le istituzioni a fare il prima possibile nel rispetto delle tante famiglie che stanno in ansia da troppo tempo. (r.s.)L’AQUILA Casse vuote e niente stipendi per i dipendenti. I sindacati accusano il Centro turistico del Gran Sasso di «gestione poco oculata» e chiedono che fine abbiano fatto il piano industriale e l’operazione con Invitalia, invitando i vertici aziendali a dimettersi. A ridosso della riapertura della stagione invernale tornano i soliti problemi. «Ci risiamo. Puntuale come ogni anno», scrivono le Rsu aziendali e Domenico Fontana della Filt-Cgil, Primo Cipriani della Uilt-Uil e Guido Pignanacci dell’Ugl, «le casse del Centro Turistico del Gran Sasso sono miseramente vuote. Tanto vuote da non permettere di pagare gli stipendi ai 30 dipendenti della spa comunale. Tutto ciò potrebbe non essere una novità, se nei mesi scorsi non fosse transitata nelle casse dell’azienda un’ingente somma versata dal Comune per il ripiano delle perdite 2012. Nessun dubbio», aggiungono i sindacati, «che quelle somme siano state adoperate nel modo migliore possibile, ma ovviamente una oculata gestione avrebbe consigliato di prevedere gli accantonamenti necessari per avviare la stagione e non ultimo a pagare i dipendenti. Ora come temiamo è tardi: è tardi per rimediare all’ennesimo danno d’immagine ed è tardi per rimediare alle difficoltà a cui sono chiamati i lavoratori dell’azienda, che come ogni lavoratore in questo periodo, sono alle prese con le svariate scadenze fiscali e le difficoltà quotidiane». Ma i sindacati lanciano anche un altro allarme: «Ora la domanda scontata e naturale è: chi sta sabotando il Centro turistico? Si vorrà ancora sostenere che i sabotatori siano i lavoratori? Che fine ha fatto il piano industriale e il denaro fresco che sarebbe dovuto arrivare da Invitalia? Solo un mese fa», sottolineano i rappresentanti dei lavoratori, «mentre si svolgeva la meritevole iniziativa del Festival della Montagna, si disegnavano scenari di rilancio della montagna aquilana. Progetti che cozzano in maniera fragorosa con le “miserie” dello strumento necessario per poterle realizzare. Come è possibile immaginare il rilancio se le banche non fanno credito, se non si riesce ad acquistare il gasolio, se non si riescono a pagare i dipendenti, se non si riesce a programmare nessuna iniziativa di marketing ed anzi si svende il patrimonio immobiliare, affidandolo a gestioni di breve periodo, che non ne accrescono il valore e non possono fungere da traino alla stazione. Ora basta! Se tutto questo è vero», concludono i sindacati, «sarebbe auspicabile un passo indietro dell’attuale management. Non possono pagare solo i lavoratori». Un caos, insomma, in un periodo non lontano dalla riapertura della stagione sciistica che è sempre un’occasione di rilancio.
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