Il blocco totale e immediato della mobilità romana sembra scongiurato, ma l’emergenza Atac è tutt’altro che superata. Con una delibera di Giunta direttamente eseguibile, ieri il Campidoglio ha stanziato 77 milioni di euro in favore della municipalizzata dei trasporti, provvedimento che bilancia il pignoramento dei conti subito la scorsa settimana in conseguenza del decreto ingiuntivo presentato da Roma Tpl, il consorzio privato che gestisce le linee periferiche della Capitale. Non si tratta di soldi liquidi, ovviamente, ma di una garanzia che permetterà all’azienda di ampliare le linee di credito con banche e fornitori, in particolare con quelli di materie prime indispensabili per il servizio, come il carburante. Le scorte presenti, infatti, non avrebbero permesso di arrivare a fine settimana.
Il problema, tuttavia, resta. Ed è anche molto grave. Il 25 novembre si discuterà il ricorso di Atac contro il pignoramento. La strategia, condivisa con il Comune, è quella di ricondurre al Campidoglio il debito verso Roma Tpl, in maniera che il pignoramento si possa trasferire dai conti di via Prenestina a quelli di Palazzo Senatorio. Dopodiché, sarà compito dell’Avvocatura Capitolina contrastare un provvedimento figlio di un lodo arbitrale del 2009, che ammontava ad "appena" 31,5 milioni e che la parte pubblica giudica illegittimo. Ieri l’assessore capitolino alla Mobilità, Guido Improta, ha attaccato apertamente il Consorzio guidato da Marco Cialone, parlando di «un atto di natura politica», votato a «mettere in difficoltà il Comune». Dopo il taglio di dieci milioni dal contratto di servizio in essere fino al 2018, in effetti, Roma Tpl sembrava essere finita ai margini delle grandi manovre sotterranee in vista di una futura esternalizzazione delle linee.
Intanto, nel pomeriggio il cda di Atac prenderà atto della garanzia comunale. Nella stessa seduta, potrebbero arrivare anche le dimissioni di almeno uno dei tre membri del cda indicati dal Campidoglio. La polemica interna nasce proprio dal lodo Roma Tpl, che nei mesi scorsi si decise di non iscrivere fra i debiti in bilancio, esponendo l’azienda nella situazione attuale. A riguardo, ieri l’opposizione in Assemblea Capitolina, su iniziativa dei 5 Stelle, ha presentato una mozione di sfiducia nei confronti di Improta: i numeri per l’approvazione non dovrebbero esserci, ma c’e’ da dire che diversi esponenti di maggioranza di recente non sono stati teneri nei confronti dell’assessore, a cominciare dall’ex capogruppo Pd Francesco D’Ausilio e dal vicesindaco Luigi Nieri.
Sullo sfondo, e neanche troppo, il rebus sull’apertura della linea C. Ieri Improta ha confermato che «è tutto pronto». In realtà, ieri ci sarebbe dovuto essere l’annuncio del 9 novembre, ma il sindaco Marino ha bloccato tutto, affermando: «voglio prima salirci io, controllare che sia tutto a posto, e poi dare l’annuncio». Il nuovo D-Day non ufficiale sarebbe dunque fissato per martedì 11 novembre.