«Tutti gli sforzi fatti per ottenere i soldi per la ricostruzione non possono essere vanificati da un ufficio speciale claudicante». L’assessore comunale alla Ricostruzione Piero Di Stefano promette di rifondare l’Usra e avverte: «Il Comune vigilerà sull’ufficio, dovremo rivedere meccanismi, procedure e riorganizzazione del lavoro. Questo è il must dell’amministrazione nei confronti di chiunque sarà scelto alla guida. Se ciò non dovesse essere fatto, la porta è aperta». Una volta nominato il direttore, una personalità di elevato spessore, continuano a dire il sindaco Cialente e Di Stefano, le schede parametriche dovranno essere sfornate come se piovesse per cercare di recuperare i ritardi accumulati sul crono programma. Per quanto riguarda i fondi disponibili, l’assessore ha spiegato che «per finanziare i progetti del 2014 saranno utilizzati i 250 milioni ottenuti dallo Sblocca Italia. Il prossimo elenco, slittato al prossimo anno, sarà dunque caricato di nuovo nell’anno in corso.
LE TAPPE
«Per quanto riguarda il 2015 - ha aggiunto Di Stefano - già nei primi tre mesi dell’anno potremo finanziare progetti per 300 milioni di euro di cui i primi 200 già previsti dalla legge di Stabilità più altri 93 residui. Entro marzo però dovrà essere pronta la prima anticipazione che consente, in base al tiraggio di portare in cassa i fondi del 2016 (900 milioni di euro previsti dalla legge di Stabilità) e così via. I cinque miliardi aggiuntivi spalmati fino al 2018 saranno sufficienti secondo Di Stefano a completare la ricostruzione che, alla fine, conti alla mano, sarà costata circa 10 miliardi di euro a fronte di una previsione di circa 14. Fino a oggi sono stati spesi invece circa 4 miliardi di euro. Nonostante le cifre relative ai nuovi fondi (5 miliardi di euro fino al 2018), siano state messe nero su bianco nelle tabelle della Finanziaria, resta il timore che siano state scritte con l’inchiostro simpatico. E se i 3 miliardi circa messi nel lontano 2018 sparissero perché il governo che verrà dopo quello di Renzi dovesse ripensarci? È chiaro che anche per questa ragione è necessario il più possibile accelerare la ricostruzione anche attraverso nuovi patti con le imprese costruttrici, attraverso l’ausilio di banche disposte ad anticipare liquidità e anche con la collaborazione di direttori dei lavori, amministratori di condominio che devono accelerare la presentazione dei Sal, come sottolineato dal sindaco Massimo Cialente.
I SUBAPPALTI
Non di secondaria importanza è poi la crociata del Comune sulla moralizzazione della ricostruzione attraverso alcune norme inserite nel testo della legge Legnini. Fra le urgenze, ha ricordato l'assessore Di Stefano, c'è quella di fissare un massimale per i subappalti, ripristinare per la ricostruzione privata la obbligatorietà per il proprietario di scegliere fra 5 offerte da parte di imprese edili, la trasformazione in pubblici ufficiali degli amministratori di condominio. Ora che ci sono certezze arriva dunque il momento delle scelte anche nel campo del rilancio delle attività produttive che potranno fruire del 5% sui fondi stanziati.