PESCARA A Roma la battaglia in aula, con gli ostruzionismi parlamentari. In Abruzzo le manifestazioni di piazza, come quella regionale programmata a Pescara per il 9 novembre: presidio in piazza Sacro Cuore dalle 10,30, con tutti i sindaci e i parlamentari abruzzesi invitati a protestare, assieme ai cittadini, contro il decreto Sblocca-Italia del Governo Renzi, che significa anche il via libera ai nuovi impianti petroliferi lungo la costa adriatica. Il Movimento 5 Stelle va alla guerra e il capogruppo in Consiglio regionale, Sara Marcozzi, invita alla mobilitazione generale: «Vogliono l'Abruzzo come il Texas. L'alibi è sempre lo stesso: ha deciso Roma, ma la Regione aveva mille prerogative da fare valere su un decreto, per altro già impugnato di fronte alla Corte costituzionale, perché il Governo avoca a sé competenze in materia energetica che sono delle Regioni».
Marcozzi denuncia la sindrome bipolare che avrebbe colpito soprattutto il Pd: «In Abruzzo dicono una cosa, a Roma ne fanno un'altra, basta scorrere la lista dei parlamentari che hanno votato lo Sblocca-Italia. Stiamo regalando le nostre coste ai signori del petrolio, e mentre i nostri sindaci dicono no, con mozioni e ordini del giorno votati nei consigli comunali, in Parlamento si fa altro». L'invito a partecipare alla manifestazione del 9 novembre è rivolto anche a operatori turistici e balneatori, ritenuti finora freddi su una battaglia che ha detta dei 5 Stelle dovrebbe invece coinvolgerli di più, «visto che si parla della tutela del mare e delle coste». A rischio, spiega ancora Marcozzi, non c'è solo l'incantevole Costa dei Trabocchi, o quella antistante Pescara dove sono previste altre trivellazioni, ma ben 2mila km quadrati del territorio abruzzese che potrebbero essere espropriati per le ricerche energetiche.
Intanto ieri il governatore Luciano D’Alfonso ha confermato che «se lo Sblocca-Italia sarà approvato senza modifiche, in particolare in quelle parti che facilitano la deriva petrolifera, l’Abruzzo presenterà ricorso alla Corte Costituzionale», nel corso di un incontro con i responsabili regionali di Wwf e Legambiente, Luciano Di Tizio e Giuseppe Di Marco.