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Pescara, 24/11/2024
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05/11/2014
Il Centro
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Tagli ai patronati e scatta la protesta «Servizi a rischio». Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli avviano una petizione per fermare il Governo e annunciano manifestazioni |
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TERAMO Patronati a rischio di cancellazione e addio all’assistenza gratuita per la tutela dei lavoratori. E’ il rischio concreto che si prefigura con la nuova legge di stabilità in fase di approvazione dal Governo, che ha tagliato le risorse destinate ai patronati stanziate attraverso un’aliquota sul monte dei contributi dei dipendenti pubblici, ora ridotta dallo 0,226 % allo 0,148%. Questo si traduce in una riduzione del 69% dei fondi su cui poggia l’intera rete di welfare garantita dai patronati che saranno costretti, per restare in vita, a non poter più garantire servizi gratuiti se non addirittura tagliare uffici e dipendenti. A Teramo il grido d’allarme è stato sollevato da quattro patronati che complessivamente riassumono il 60% delle pratiche smaltite dalle 27 sigle presenti in provincia, ovvero Inca Cgil, Inas Cisl, Ital Uil e Acli: 45 uffici distribuiti anche nelle aree dell’entroterra con 35 addetti. «Con questa legge si cancellano i diritti delle fasce più deboli che attraverso la nostra consulenza gratuita riescono a districarsi nelle pastoie burocratiche», spiegano Sabatino Di Sabatino (Ital Uil) e Luciano Casolani (Acli), «la politica dovrebbe tagliare gli sprechi, non ridurre i diritti dei cittadini». Solo nel 2013 i quattro patronati hanno lavorato oltre sessantamila pratiche. Di queste 22.233 riguardavano materie pensionistiche, 21.616 indennità di disoccupazione e mobilità, 1.722 la tutela della maternità, 8.181 la tutela della disabilità, 2.254 erano attinenti a materie di competenza Inail, 3.000 all’assistenza a lavoratori dipendenti, e 2.552 erano le pratiche sull’immigrazione per regolarizzare i cittadini stranieri. «E’ evidente come il taglio al fondo dei patronati si ripercuote su tutti», spiegano ancora Marco Valente (Inas Cisl) e Mirco D’Ignazio (Inca Cgil), «non solo sugli utenti, ma anche sulla stessa pubblica amministrazione che si vedrebbe costretta a spendere ogni anno 657 milioni di euro in più solo tra pratiche Inps, Inail e ministero degli Interni che vengono smaltite nei nostri uffici. Basti pensare a titolo di esempio agli agenti della questura, che invece di dedicarsi alle pratiche di permesso di soggiorno curate dai patronati potrebbero essere impiegati ad altre funzioni». I patronati rivendicano il riconoscimento di una funzione cerniera fondamentale tra cittadino e pubblica amministrazione e annunciano battaglie politiche e mobilitazioni di piazza. Intanto il primo appello è rivolto ai cittadini per firmare una petizione nei rispettivi uffici da presentare al Governo entro il 21 novembre (giorno in cui il disegno di legge approderà in Commissione) per evitare lo smantellamento del supporto gratuito offerto ai lavoratori e di conseguenza dell’intera rete di welfare garantita dal sistema dei patronati. E’ prevista anche una mobilitazione sotto gli uffici della prefettura e l’interruzione dei servizi per qualche giorno per sensibilizzare l’utenza e gli altri pubblici uffici sulle ricadute negative che la sospensione causa all’intero sistema di supporto ai lavoratori.
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