PESCARA. Quella di oggi sarà una giornata determinante per il tanto contestato progetto della filovia di Pescara. Una giornata attesa dagli ambientalisti quanto temuta dal presidente della Gtm, Michele Russo.
Per la terza volta, infatti, il comitato per la Via (Valutazione di impatto ambientale) delle opere pubbliche della Regione dovrà occuparsi di Filò. L’appuntamento di giovedì segue quello del 2008, quando il comitato decise che una Via non occorresse per l'opera in corso, e quello del 2012, in cui prescrissero soltanto alcune condizioni, come quella di eliminare le barriere architettoniche.
Cosa accadrà oggi? Il comitato potrebbe decidere che una valutazione per l’impatto ambientale serve, eccome e allora arriverebbe un nuovo stop al cantiere che da anni procede a singhiozzo. L'istruttoria sarà a cura degli uffici legali per verificare le criticità tecnico-giuridiche emerse dopo le recenti sentenze del Tar (a seguito dei ricorsi delle associazioni ambientaliste).
I giudici infatti hanno di fatto sancito che il procedimento di Screening di Via è, allo stato, in “fase interlocutoria non conclusiva” , per questo motivo non impugnabile (di qui il rigetto dei ricorsi).
Quindi il progetto mancherebbe ad oggi del titolo autorizzatorio. Un eventuale dichiarazione di necessità della valutazione di patto ambientale fa paura alla Gtm, stazione appaltante.
«È un’ipotesi che non voglio prendere neanche in considerazione», ha spiegato preoccupato ai giornali il presidente Russo. «Una decisione di questo tipo porterebbe a un danno economico e all'intervento della Corte dei conti. Ma poi mi chiedo anche come potrebbe mai uno stesso comitato, ritornare sui propri passi e decidere diversamente da quanto disposto in precedenza».
Di tutt’altra idea, invece, i comitati ambientalisti che in questi anni hanno tentato più volte di bloccare il cantiere. «A maggior ragione, a seguito dei recenti pronunciamenti del TAR», commenta Loredana Di Paola, «ci aspettiamo ora uno stop immediato dei lavori, da noi richiesto per la seconda volta mediante diffida inoltrata il 4 luglio 2014».
Secondo le associazioni per risolvere una volte per tutte quello che ormai sembra essere diventato un vero e proprio “pasticcio tecnico-amministrativo”, sarebbe auspicabile «che sia posto allo studio un nuovo progetto, nell’ambito di un rinnovato piano urbano della mobilità, esteso a tutti i lotti ipotizzati, che preveda tracciati conformi e mezzi ecologici più piccoli, meglio instradabili sulle anguste arterie cittadine».
Una ipotesi che la Gtm non vuole nemmeno prendere in considerazione.
ACERBO: «SOSPENSIONE DOVEROSA»
«Auspico che dalla riunione di domani venga uno stop a questa opera illegittima», commenta anche Maurizio Acerbo (Rc).
«Di sicuro noi continueremo la battaglia per la legalità e la trasparenza su questo appalto. Il comitato VIA si è reso responsabile sotto la presidenza del direttore Sorgi, oggi agli arresti domiciliari, di una serie di pronunciamenti la cui irregolarità è stata evidenziata non solo da noi ambientalisti ma dai periti incaricati dalla Procura di Pescara e dalla stessa Unione Europea. Il paradosso è che nonostante sia evidente l'iter illegittimo il comitato V.I.A. presieduto per anni da Antonio Sorgi ha lasciato andare avanti i lavori pur essendo l'opera priva del titolo autorizzativo.
Come sottolineato nelle diffide, in base all'articolo 29 comma 4 del Dgls 152/2006 il Comitato V.I.A. avrebbe dovuto disporre la sospensione dei lavori».