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Pescara, 24/11/2024
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Data: 07/11/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Truffa sotto la neve, nei guai dieci persone. Devono rispondere anche di abuso d’ufficio peculato e falso ideologico

Esiste anche la truffa delle neve. L’hanno scoperta gli agenti della Squadra di polizia giudiziaria del compartimento della polizia stradale dell’Abruzzo, diretti da Danilo Ciucci: dieci indagati, di cui sette dirigenti della Provincia, e tre titolari di ditte private fornitrici di servizi sgombraneve e spargisale sulle strade provinciali, per una presunta truffa attorno al loro utilizzo. I provvedimenti della Procura (pm Antonietta Picardi) sono arrivati a più di due anni dall’eccezionale nevicata che nel 2012 paralizzò l’Abruzzo, creando notevoli disagi ai cittadini. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di reati diversi che vanno dall’abuso d’ufficio, alla truffa aggravata, al falso e al peculato.
I NOMI
Si tratta di Gianfranco Di Meo, responsabile degli autoparchi del Settore viabilità e trasporti della Provincia; Giovanni Pela, geometra sempre del Settore viabilità; Francesco Fucetola, dirigente del settore viabilità; Giuseppe Di Bernardini, geometra dello stesso settore; Antonio Rosanò, ingegnere della stessa area dell’ente provinciale e Marco Zaccagnini, funzionario dell’analogo settore viabilità; Antonio Letterio, capocantiere. Con loro figurano Pietro Letterio (figlio di Antonio), amministratore unico della ditta Ledisa; Felice De Bernardinis, titolare dell’omonima ditta e Gilles Panepucci, anche lui titolare dell’omonima ditta, assistiti dagli avvocati Ferdinando e Manuela Paone ed Elena Cipolloni.
L’ACCUSA
Secondo l’accusa a vario titolo i dirigenti della Provincia avrebbero avvantaggiato i titolari delle ditte private affidatarie dei servizi sgombraneve e salatura. Clamoroso il caso del capo cantoniere Antonio Letterio risultato essere altresì titolare dell’incarico di rendicontazione e controllo della ditta (amministrata dal figlio Pietro) in cui egli stesso aveva una quota in partecipazione. Nell’ambito dell’inchiesta sarebbe stato falsamente attestato operazioni di carattere straordinario nella riapertura di alcune strade provinciali a seguito della copiosa nevicata del febbraio 2012, attività che invece sono risultate essere state effettuate da altra ditta. I dirigenti della Provincia, De Meo, Pela, Fucetola, in concorso con Pietro Letterio, Panepucci e De Bernardinis sono accusati di essersi appropriati indebitamente di una pala meccanica, una turbina, una lama e di uno spargisale dell’amministrazione provinciale ed averli successivamente ceduti a ditte private a spese dell’ente, come ad esempio la pala meccanica il cui bollo e assicurazione per cinque anni sono stati regolarmente pagati dalla Provincia.
I MEZZI
Si sarebbe anche falsamente attestata l’effettiva omologazione dei mezzi sgombraneve-spargisale in uso alle ditte private, che invece sono risultati privi della prevista visita e prova di collaudo presso la direzione provinciale della motorizzazione civile.

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