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Data: 07/11/2014
Testata giornalistica: Il Centro
Franceschini: sì allo sviluppo sostenibile. Il ministro a Santo Stefano di Sessanio «benedice» il distretto turistico Gran Sasso. Direzione beni culturali: ancora incertezze

SANTO STEFANO DI SESSANIO Vallo a dire ai governi russo, tedesco e francese impegnati finanziariamente a far rinascere gioielli culturali come la chiesa di San Pietro Apostolo a Onna, palazzo Ardinghelli e la chiesa di Santa Maria del Suffragio all'Aquila, che i lavori rischiano di fermarsi perché le ditte non vengono pagate da mesi. Vaglielo a spiegare ai governi europei che tutto dipende da un'inchiesta sulla corruzione negli appalti della ricostruzione (che ha coinvolto anche il direttore regionale del Mibac, Fabrizio Magani, dimissionario) e dalla solita burocrazia esacerbata dall'attesa dell'entrata in vigore della riforma del ministero per i Beni culturali. Che sarà definita, se tutto va bene «entro il prossimo primo gennaio». A dirlo è stato ieri il ministro per i Beni culturali, Dario Franceschini, che ha partecipato alla presentazione, nella sala "Sotto gli archi" nel borgo medievale di Santo Stefano di Sessanio, del primo distretto turistico di montagna, quello del Gran Sasso. Si tratta di un progetto, ancora in embrione, promosso dal vice presidente della Regione, Giovanni Lolli, grande appassionato di montagna, che vedrebbe la nascita del primo distretto montano dopo la diffusione di quelli costieri (ad esempio nel Cilento e nel Salento). Ma all'Aquila il problema più sentito, con le imprese che ancora una volte due giorni fa sono andate a protestare alla direzione regionale del Mibac, è quello del blocco dei pagamenti per i lavori in decine di cantieri. Lavori non pagati perché al Mibac manca un direttore «nelle sue piene funzioni» mentre quello «facente funzione» Francesco Scoppola, arrivato a settembre, è presente all'Aquila pochi giorni a settimana e non riesce a far fronte alla mole di lavoro che include anche la firma dello stato di avanzamento dei lavori e l'avvio delle gare d'appalto per i nuovi cantieri. Il suo contratto è, tra l'altro, in scadenza il prossimo 30 novembre. Intanto sono a oggi una quarantina le imprese impegnate nella ricostruzione dei beni culturali che aspettano di essere pagate, mentre nel marzo scorso sono stati pubblicati i finanziamenti per altri 20 interventi ancora senza gara d'appalto. Franceschini, che il primo marzo scorso in visita all'Aquila disse: «I beni culturali saranno ricostruiti in cinque anni» ha ribadito ieri che «c'è stata una situazione problematica, adesso c'è un direttore facente funzioni, con i poteri necessari per firmare gli atti. La riforma dei Beni culturali andrà a regime entro il primo gennaio in Abruzzo come in tutto il resto d'Italia. Poi» ha aggiunto «sarà nel pieno delle funzioni, secondo le linee della riforma, e si risolveranno questi problemi come altri». Intanto Lolli ha confermato «la volontà di Franceschini d'istituire, per L'Aquila, una direzione speciale nell'ambito della riforma del ministero». Chi ci sarà a capo, si vedrà. DISTRETTO DEL GRAN SASSO. «I distretti turistici e in particolare quello del Gran Sasso sono la prova di un programma che abbiamo in mente per il Paese, che deve investire sullo sviluppo sostenibile, sugli hotel diffusi, sulla natura legata all'arte» ha detto ieri Franceschini nel presentare il distretto abruzzese. Il ministro è intervenuto dopo la firma di un protocollo d'intesa che unisce la Dmc (Destination management company) Gran Sasso d'Italia, L'Aquila e Terre Vestine, con quella del Gran Sasso-Laga, per la quale c'era il presidente della Dmc aquilana Alfonso D'Alfonso. «La mia presenza qui significa sostenere, aiutare ma anche investire come esempio per il resto d'Italia» ha aggiunto Franceschini, che ha parlato a una platea composta non soltanto da rappresentanti delle istituzioni (fra cui il presidente della Regione Abruzzo, Luciano D’Alfonso, il vice Lolli, il sindaco del borgo Fabio Santavicca, la senatrice del Pd Stefania Pezzopane, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente, l'ideatore dell'albergo diffuso "Sextantio" Daniele Kihlgren, e numerosi altri primi cittadini dell’area), ma anche operatori turistici e culturali. «Per la prima volta» ha sottolineato Lolli «si tratta di un progetto che parte dal basso».

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