PESCARA. E’ successo ancora una volta e la Regione non è riuscita a scamparla nonostante avesse tentato di giocare d’’astuzia’.
Una astuzia però facilmente smontabile e che aveva poche possibilità di funzionare dal momento che già a febbraio la Consulta era stata chiarissima: vietato il finanziamento regionale per la ricapitalizzazione della società di gestione dell’aeroporto perché è un aiuto di Stato e dunque inammissibile perché andrebbe contro la libera concorrenza nei cieli.
Ma la politica che si crede furba (anche perché a debiti fatti ha le mani legate) ci ha riprovato, ha stanziato nuovamente 6 milioni di euro e a luglio si è giocato con la modifica tecnica delle definizioni, sperando che forse nessuno se ne accorgesse o solo perché in quel momento storico bisognava dare un segnale: la politica c’è e sta al fianco dello scalo abruzzese.
La sostanza era rimasta la stessa si era cambiato solo il…titolo: invece che finanziamento per il piano marketing si stanziarono fondi per la ricapitalizzazione.
Poi i mesi sono passati, la Corte Costituzionale ha riscontrato nuovamente ‘l’anomalia’, la Regione ha rinunciato a difendersi, il Consiglio dei Ministri ha ribadito che con una precedente sentenza si era già dichiarato l’illegittimità costituzionale degli artt. 1, 2 e 3 della legge della Regione Abruzzo 28 dicembre 2012, n. 69 con i quali sarebbe stato disposto un identico finanziamento a favore della SAGA per la valorizzazione dell’Aeroporto d’Abruzzo.
La Regione è finita così nuovamente in un ingranaggio che conosce bene e la figura è stata di quelle magre, con lo stanziamento reiterato di una somma proibita e l’altolà dei giudici.
Ieri la batosta: quei soldi, signori, non sono ammissibili. E’ l’Unione Europea a stabilirlo ma l’Abruzzo non riesce a farsene una ragione.
Ora però dovrà fare i conti con la dura realtà. Una durissima realtà perché quei milioni sono determinanti per la sopravvivenza dello scalo. Se sono stati già assegnati bisognerà farseli ridare indietro, se non sono ancora volati nelle casse del gestore bisognerà tenerli bloccati.
E questa è solo l’ennesima brutta pagina di una politica che non riesce nemmeno a coprire le proprie carenze dopo aver amministrato senza successo una delle tante società politicizzate. Insomma l’occasione della sentenza della Corte Costituzionale è buona per far dimenticare chi e come produce i debiti che poi si cerca di ripianare (con non pochi problemi).
Intanto la Regione ha cambiato colore, il centrosinistra oggi al governo può puntare il dito contro i predecessori e il sottosegretario Camillo D’Alessandro non si sottrae alla pratica: «pima o poi finiranno gli effetti della passata legislatura, ma fino a quando ciò non accadrà dobbiamo correre dietro ad una precedente attività legislativa incerta e accompagnata da un’incredibile disattenzione, che ha rappresentato il modus operandi del precedente governo regionale».
Ma davvero non c'era altra strada percorribile che andare a sbattere ancora contro lo stesso muro?
Il centrosinistra ad inizio legislatura, nel mese di luglio, ha approvato la nuova legge per regolarizzare la fonte di finanziamento. I dubbi però erano quelli di sempre: la ricapitalizzazione di fatto ripercorreva la medesima strada e nessuno in Consiglio da parte della maggioranza di centrosinistra, la scorsa estate, si era sentito di escludere l’eventualità di una nuova impugnativa.
«Siamo consapevoli che probabilmente il governo impugnerà la legge – diceva allora D'Alessandro - ma questo era l'unico modo per salvare l'aeroporto. Se sarà impugnata, nelle more, troveremo altre coperture in bilancio»
«La legge non ha avuto alcun rilievo dal Consiglio dei Ministri nell’apposita seduta di esame prevista dalla Carta», dice invece oggi D’Alessandro, «e dunque non ha subìto l’impugnazione, ma di fatto oggi viene trascinata dal recente pronunciamento della Corte Costituzionale, per via del pronunciamento avente ad oggetto le pregresse norme osservate dal Consiglio dei Ministri».
D’Alessandro spiega che «alla luce dei nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato agli aeroporti e alle compagnie aeree della Commissione Europea (2014/C 99/03) e delle linee guida del Ministero dei Trasporti emanate il 2 ottobre scorso stiamo provvedendo a definire una nuova iniziativa legislativa. Abbiamo portato il caso sui tavoli nazionali, in particolare alla Conferenza delle Regioni, che ha accolto l’esigenza dei nostri rilievi e ha istituito un tavolo tecnico nazionale per affrontare la questione non più in solitudine istituzionale come oggi, ma attraverso la predisposizione di un regime quadro nazionale».
Mostra più tranquillità, invece, il centrodestra: «il futuro dell’aeroporto non è assolutamente a rischio», assicurano il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri e il presidente della Commissione di Vigilanza, Mauro Febbo.
«Non faremo chiudere la più importante infrastruttura abruzzese», rassicurano Sospiri e Febbo che aggiungono: «dall’anno prossimo, seguendo le nuove linee guida, la Saga non avrà più problemi in quanto si è adeguata presentando un progetto alla Regione che a sua volta dovrà notificarlo alla Comunità europea. La questione quindi riguarda il presente, non certo il futuro. Di fatto l’Abruzzo facile e veloce che vuole il presidente D’Alfonso è incappato negli stessi problemi che hanno interessato anche il Governo regionale di centrodestra e interessano purtroppo tutte le altre regioni italiane».
«L’avevamo detto», gridano dal Movimento 5 Stelle. «Se maggioranza e opposizione in Consiglio regionale avessero ascoltato i nostri consigli che chiedevamo di approfondire meglio la questione senza affrettare i tempi», ribadisce oggi Domenico pettinari, «forse oggi avremmo trovato una strada diversa anche e soprattutto individuando eventuali responsabilità in capo alle gestioni che si sono succedute».
Preoccupati dal Comune di Pescara il sindaco Marco Alessandrini e l’assessore Enzo Del Vecchio. I due assicurano: «interverremo presso la Regione e presso tutte le rappresentanze di governo perché sia definita una procedura corretta a dotare di indispensabili risorse l'Aeroporto, risorse senza le quali ogni possibilità di sopravvivenza, prima e, poi, di rilancio dello scalo è messa a dura prova».