«L’ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, ha detto che si è trattata di un’operazione mediatica, io dico che è stata un’operazione scellerata». Alla vigilia della sentenza di appello alla commissione Grandi rischi, prevista per oggi (dopo le ultime repliche degli avvocati difensori), ci va giù duro l’avvocato aquilano Antonio Valentini, colui che ha dato la stura all’indagine penale. Secondo Valentini, parte civile nel processo, gli esperti che si riunirono all’Aquila cinque giorni prima del devastante sisma, «non hanno fatto niente, non hanno fatto una riunione, ma una messa in scena, una scellerataggine come hanno detto molti testimoni: non solo non hanno valutato, ma nemmeno preso in considerazione il rischio sismico».
I sette componenti dell’organo consultivo della presidenza del Consiglio sono stati condannati in primo grado a sei anni di reclusione per aver falsamente rassicurato i cittadini aquilani e sottovalutato il rischio sismico, causando così la morte di una trentina di loro. Sul processo di appello Valentini spiega che «qualunque sia la decisione ci sarà comunque un terzo atto dinanzi alla suprema Corte di Cassazione». Bertolaso è indagato in un filone parallelo al processo alla Commissione Grandi rischi. Sarà proprio Romolo Como, il Pg del processo, che si conclude oggi, a doverlo scagionare o chiederne il rinvio a giudizio. L’avvocato Maurizio Cora (che nel crollo della sua abitazione in via XX Settembre 79 ha perso moglie e due figlie) prendendo spunto dal recente allerta meteo per le alluvioni, ultima quella nella Capitale dei giorni scorsi ha parlato di «modifica dei cambiamenti della Protezione civile, scesa ora a fornire i dettagli sui comportamenti da attuare».
«Facendo un parallelo con quello che è accaduto all’Aquila - afferma Cora - territorio colpito da cinque mesi da una progressione sismica in crescendo, in un territorio in cui nel passato si sono verificati forti terremoti, nessuno ha lanciato alcuna allerta, nessuno ci ha detto nulla, anzi all’Aquila è accaduto il contrario, sono venuti per tranquillizzarci». «Se ora la Protezione civile - conclude Cora - scende a dare particolari sui comportamenti da attuare, significa che nel caso aquilano c’è stato un evidente errore di comunicazione e valutazione del rischio».