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Pescara, 24/11/2024
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11/11/2014
La Repubblica
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L'Aquila, processo a Commissione Grandi Rischi: assolti scienziati, condannato tecnico Protezione civile |
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I sette componenti dell'organismo erano stati condannati in primo grado a sei anni di detenzione. Ridotta a due anni la pena per De Bernardinis. Lo sconcerto del Procuratore Generale. I cittadini: "Una vergogna"
ROMA - Sentenza ribaltata. La Corte d'appello dell'Aquila ha assolto sei membri della Commissione Grandi rischi che parteciparono alla riunione svoltasi cinque giorni prima del sisma del 6 aprile 2009. In primo grado Giulio Selvaggi, Franco Barberi, Enzo Boschi, Mauro Dolce, Claudio Eva, Michele Calvi erano stati condannati a sei anni per omicidio e lesioni colpose. Unica condanna in appello quella di Bernardo De Bernardinis, ex vice capo del settore tecnico della Protezione Civile, per il quale la pena è stata ridotta a due anni. La sentenza è stata accolta in aula da grida di "vergogna, vergogna".
Due anni a De Bernardinis. E' stato condannato a due anni di reclusione (pena sospesa e non menzione) per le accuse di omicidio colposo e lesioni colpose con riferimento ad alcune delle vittime, mentre è stato assolto per le stesse accuse nei confronti di altri morti del sisma, i cui familiari si sono costituiti parte civile. "Se fossi stato il padre di una delle vittime avrei fatto la stessa cosa. Una vittima è sempre una vittima. Non ho mai contestato nulla", ha commentato.
La reazione dei cittadini. "Vergogna, vergogna". Così i cittadini dell'Aquila presenti all'udienza hanno accolto la lettura della sentenza. Ancora: "Non finisce qui". "Vergogna". "Mafiosi". "Uno Stato che non fa più giustizia, uno Stato che difende sé stesso". Pianti, urla, rabbia. "Ma c'è la legge divina di Dio, che vede tutto e che esiste tuttora", è stato il commento di un uomo che nel sisma perse il figlio. "Ce li hanno ammazzati un'altra volta", ha detto una donna scrollando la testa. Poi se ne sono andati via alla spicciolata ma raccontando a giornalisti e cameramen la loro "indignazione". Tanti gli studenti in lacrime all'esterno del Tribunale. Condividi
Il dispositivo della sentenza. Cosa abbia spinto il presidente Fabrizia Francabandera e i giudici a latere Carla De Matteis e Marco Flamini a rigettare l'impianto dell'accusa dopo sette ore di camera di consiglio, lo si capirà solo tra 90 giorni quando verranno depositate le motivazioni della sentenza. Quel che però sembrerebbe già evidente dal dispositivo è che la Corte d'appello non ritiene che siano stati i sei scienziati a rassicurare gli aquilani; non sarebbero stati loro, come invece disse la procura, a commettere una "monumentale negligenza", fornendo informazioni "imprecise, incomplete e contraddittorie sulla pericolosità dell'attività sismica", "vanificando le attività di tutela della popolazione".
Lo sconcerto del Procuratore. "Immaginavo un forte ridimensionamento dei ruoli e delle pene, ma non un'assoluzione così completa, scaricando tutto su De Bernardinis, cioè sulla Protezione Civile", ha affermato a caldo il procuratore generale dell'Aquila Romolo Como, che si è detto "alquanto sconcertato". E in un secondo momento ha sottolineato che la sentenza "non è una sconfitta della città" e che "non si può investire questo processo di un significato di riabilitazione della scienza".
Pezzopane: "Una ferita indescrivibile". Per l'ex presidente della provincia dell'Aquila Stefania Pezzopane, oggi senatrice del Pd, si tratta di una "sentenza stravolta, sconcertante e contraddittoria anche per la diversificazione della posizione di De Bernardinis". "Avevamo accettato la sentenza di primo grado dobbiamo accettare anche questa", ha aggiunto. Però per L'Aquila "martoriata dal terremoto resta una ferita indescrivibile. Vanno ringraziate le famiglie delle vittime per il loro comportamento eroico, con la loro azione determinata hanno fatto sì che i comportamenti delle istituzioni siano cambiati radicalmente dopo L'Aquila".
Boschi: "Giudice coraggioso". Uno degli assolti, Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha preferito mettere in evidenza un altro aspetto: "Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza, ma è chiaro fin da ora che è una sentenza molto importante. Il giudice è stato coraggioso". Il testo della motivazione, secondo il sismologo, potrebbe diventare "il punto di partenza per far convivere la scienza e il metodo scientifico con la magistratura. Sarebbe la prima sentenza del genere perché attualmente questi sono due mondi molto lontani, anche nel linguaggio".
L'INCHIESTA - Il terremoto negato
Primo grado. Nell'ottobre del 2012 i sette componenti dell'organismo erano stati condannati con l'accusa di omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Inoltre, la Commissione era stata accusata di aver fornito false rassicurazioni agli aquilani al termine della riunione che si era tenuta proprio all'Aquila cinque giorni prima della grande scossa che aveva distrutto la città e provocato la morte di 309 persone. Il procuratore generale Como aveva chiesto nelle udienze scorse la conferma per tutti gli imputati della pena inflitta in primo grado.
Nessun processo alla Scienza. E la Procura era tornata anche su una delle polemiche che aveva accompagnato il processo in primo grado, quella riguardante un presunto "processo alla Scienza", incapace di gestire l'emergenza sismica. "Non un processo a degli scienziati, ma a dei 'funzionari dello Stato' per non aver analizzato correttamente tutti i rischi di quei giorni. Non dolo ma omicidio e lesioni colpose".
E sul tema è intervenuto anche uno degli assolti, Enzo Boschi, ex presidente dell'Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia: "Bisognerà leggere le motivazioni della sentenza, ma è chiaro fin da ora che è una sentenza molto importante. Il giudice è stato coraggioso". Il testo della motivazione, secondo il sismologo, potrebbe diventare "il punto di partenza per far convivere la scienza e il metodo scientifico con la magistratura. Sarebbe la prima sentenza del genere perché attualmente questi sono due mondi molto lontani, anche nel linguaggio".
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