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Pescara, 24/11/2024
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Data: 12/11/2014
Testata giornalistica: Il Messaggero
Tfr in busta paga, salta lo sconto. Manovra, allarme caro benzina

ROMA È scontro tra Pd e governo sulla questione del Tfr e in particolare sulle modalità del prelievo fiscale da applicare ai lavoratori che, a partire dal 2015, decideranno di farsi anticipare il trattamento di fine rapporto in busta paga. E intanto sugli emendamenti alla stabilità si è abbattuta la prima ghigliottina, quella delle inammissibilità. Le proposte di modifica sono state praticamente dimezzate, da quattromila a poco più di duemila. A cadere sono stati ben 1.600 emendamenti parlamentari. La seconda scrematura ci sarà oggi, quando la Commissione Bilancio limiterà il numero dei «segnalati» a 500. I temi su cui si lavorerà saranno quelli più gettonati con gli emendamenti (Tfr in busta paga, tassazione sui fondi pensione e sulle casse previdenziali, bonus mamme, deducibilità Imu degli immobili produttivi, patronati, minimi per gli autonomi). Ma resta il nodo coperture.
Proprio questo è lo scoglio su cui si sono infranti molti degli emendamenti. La mancanza di copertura ha fatto scattare la scure anche sulla proposta di Maino Marchi e Marco Causi, entrambi del Pd, di riportare l’anticipo del Tfr ad una tassazione «separata», non cumulabile con gli altri imponibili.
LE MODIFICHE
In realtà un ragionamento sulla tassazione del trattamento di fine rapporto il governo non sembra disposto a farlo, mentre sulle aliquote dei fondi pensione si potrebbe scendere dal 20% al 15%, purché le mancate entrate siano compensate con altro gettito. Tecnicamente l’esecutivo non è contrario neanche ad una possibile revisione del tetto di reddito al bonus mamme, oggi a 90.000 euro. Gli emendamenti per un abbassamento sono decine ma le risorse liberate, spiegano alcune fonti governative, dovrebbero comunque essere destinate a servizi per l'infanzia, come gli asili nido. Allo stesso modo non pare accantonata l'idea di aumentare la deducibilità Imu degli immobili di impresa, anche se ogni aumento di un punto (oggi è al 20%) comporta un aggravio di 20 milioni. Ieri intanto è scattato l’allarme sulla nuova clausola di salvaguardia per la reverse charge sulla grande distribuzione che, in assenza del via libera Ue, implica un ulteriore rincaro delle accise sulla benzina. Si tratta di altri 728 milioni che portano il potenziale sovraccarico fiscale sui carburanti a 1,7 miliardi. Se dovesse scattare, l’anno prossimo si arriverebbe ad un aggravio di 8 centesimi.

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