ROMA Dopo la manifestazione del 25 ottobre, la Cgil rompe gli indugi e alza il livello dello scontro col governo. Il 5 dicembre si svolgeranno otto ore di sciopero generale dei settori pubblici e privati contro le scelte dell’esecutivo su occupazione, diritti del lavoro, contratti e contro il jobs act. La Cgil ha proclamato anche altre quattro ore di mobilitazione da decidere nei territori. La giornata del 5 seguirà lo sciopero Fiom e la protesta del pubblico impiego. Cisl e Uil, però, non aderiscono. Lo sciopero generale è occasione di un nuovo scontro col governo e con la maggioranza del Pd. Non solo sui contenuti della protesta ma anche per la data scelta. Infatti, dopo la sua proclamazione sulla rete raffiche di tweet di esponenti renziani hanno bocciato l’iniziativa: «Il 5 dicembre è un venerdì poi sabato, domenica e lunedì 8 dicembre che è festivo... il ponte è servito. Coincidenze» ironizza Ernesto Carbone della segreteria nazionale Pd. È uno sciopero contro Renzi «che strizza l’occhio al calendario. È una decisione che rende l’idea della debolezza della Cgil» attacca il senatore democratico, Francesco Scalia. Camusso «si allunga il week end» accusa anche il deputato di Scelta civica Librandi. Toni che non sono piaciuti a tutto il Pd. Ironizzare sulla data dello sciopero «che non condivido», replica Matteo Orfini presidente del partito, «è un’inutile offesa». Dura anche Rosi Bindi: «È triste che nel mio partito ci sia chi pur di delegittimare il sindacato attacca il diritto di sciopero previsto dalla Costituzione, alimentando il qualunquismo peggiore». Il ministro Poletti non usa toni irridenti perché «rispetta la scelta del sindacato» aggiungendo però che non ci sono motivi per indire uno sciopero. Con la Cgil si schiera subito Sel. «Benvenuto allo sciopero generale» commenta Nichi Vendola ricordando a Renzi «che lo schianto del sindacato significa che dal giorno dopo gli interlocutori sono i forconi». Per il Pdci lo sciopero «è necessario». La Cgil replica agli attacchi del Pd. «Sciopero ponte? - afferma Maurizio Landini, leader Fiom - la cosa mi fa solo ridere. Uno sciopero costa molto a un lavoratore, è una sciocchezza affermare questo». Per Susanna Camusso, segretario generale Cgil, la scelta del 5 dovrebbe essere l’occasione, anche per Cisl e Uil, per unificare le proteste. A partire dalla vertenza del pubblico impiego . Ma la Cisl è apparsa fredda negando che uno sciopero unitario dei pubblici dipendenti sia mai stato indetto. Il 14 novembre sarà invece la prima delle due giornate di sciopero dei metalmeccanici Fiom con un corteo guidato da Landini e Camusso che sfilerà per le vie di Milano.