ORTONA La situazione meteo continua a condizionare il calendario degli eventi a bordo della portaerei Cavour in rada davanti al porto di Ortona fino a stasera. Dal mare mosso di giovedì, ieri si è passati alla pioggia a causa della quale sono state sospese le visite sull’ammiraglia della nostra Marina (i militari hanno incontrato i cittadini in centro, nella Sala Eden dove hanno proiettato filmati, illustrato le attività di bordo e risposto alle domande). Visite in forse anche per questa mattina (la decisione viene presa in base alle condizioni meteo). Mentre la Regione ha comunque spostato il convegno internazionale – “La strategia della Macroregione Adriatico-Ionica: l’Europa delle opportunità” – dalla nave a Palazzo Corvo di Ortona, in corso Matteotti 83, alle ore 17,30. Ma è quanto avvenuto giovedì che continua a far discutere. Quando gli invitati del giorno d’esordio della Cavour non sono potuti tornare a terra con le lance della Marina a causa dell’onda lunga e del mal di mare, ma solo grazie al lungo ponte effettuato con gli elicotteri della portaerei tra nave e aeroporto di Pescara, fino a tarda notte. Disagi che hanno guastato la giornata di festa per l’arrivo della Cavour: potevano essere evitati? E come? La questione riapre il caso attornbo alla questione dei fondali del porto di Ortona, insufficienti per l’ingresso di navi di medio tonnellaggio. Un handicap notevole per un porto che vuole crescere e per il quale l’arrivo della Cavour e i convegni sulla Macroregione Adriatico Ionica, rappresentano proprio un segnale di attenzione. La Cavour avrebbe potuto attraccare in banchina se ci fossero stati 11 metri di fondali. Ma attualmente la profondità misura 6,8 metri. Di recente la Regione ha autorizzato il Comune a bandire la gara di appalto del dragaggio per 9 milioni di euro. «L’ incidente di percorso di giovedì ha svelato quanto sia importante procedere nel dragaggio», ribadisce Camillo D'Alessandro, sottosegretario alla Presidenza, l'ultimo a lasciare la Cavour: «Abbiamo toccato con mano la professionalità e la potenza dello Stato. Nella logica istituzionale sono andati via prima gli ambasciatori con le altre autorità militari, poi la stampa che doveva andare a fare il suo lavoro e le donne che dovevano raggiungere le loro famiglie. Tutto senza problemi. Alternative non c’erano». Sul web incalzano le polemiche anche sui costi dei trasferimenti via elicottero. Mentre il consigliere regionale Mauro Febbo (Fi) si è inerpicato su un accostamento: «D’Alfonso come Schettino, ha lasciato per primo la Cavour insieme al suo staff ».